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In Cina nasce la banca dei voti per migliorare la media scolastica

Crediti, debiti, lista nera: il progetto di una scuola superiore di Nanchino per ridurre lo stress degli studenti. Se un ragazzo è andato male in un test può prendere in prestito dei voti purché li restituisca con i test successivi, cioè purché migliori la sua prestazione

18/01/2017
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Corriere della sera

Caterina Belloni

Una delle principali cause di ansia negli studenti sono i voti. Numeri e giudizi infatti vincolano l’accesso a corsi di qualità in università e l’avvio di percorsi di formazione, ma talvolta non riflettono a pieno la preparazione perché possono risultare bassi per altre circostanze, magari per via di una giornata nera proprio al momento del test. Per cercare di evitare che lo stress per i risultati provochi tensioni e si riverberi sulla serenità degli allievi, in Cina hanno trovato un’idea originale. Come ha segnalato anche la Bbc, una scuola superiore di Nanchino ha creato la prima «banca dei voti». Uno schema grazie al quale gli allievi possono chiedere in prestito dei voti per migliorare la loro media, purché siano in grado successivamente di restituirli. Lo stesso principio dei mutui e dei prestiti in denaro offerti dalle banche, applicato alla valuta ben più rara dei giudizi positivi.

Il sogno americano

Lo schema è stato promosso in via sperimentale per una cinquantina di allievi che seguono un corso di specializzazione destinato a renderli abbastanza bravi da entrare nei college americani. Prevede che i ragazzi possano ottenere dei voti aggiuntivi, se in una materia i test sono andati male, in modo da non abbassare troppo la loro media. I voti presi dalla banca, però, vanno restituiti. Come? Studiando di più in modo da ottenere valutazioni nettamente superiori rispetto alle aspettative nei test successivi, che funzionano come fossero dei crediti e vanno a bilanciare i debiti contratti. 

Prestiti con gli interessi e senza

 Rispetto alle banche c’è la differenza tutt’altro che banale degli interessi, che in questo caso vengono richiesti soltanto qualora i docenti si rendano conto che gli allievi non si stanno impegnando come sarebbe necessario. Per guadagnare crediti, poi, si può lavorare anche su altri fronti. Ad esempio assicurando presenza assidua, comportamento impeccabile e facendo le pulizie nella classe. Tre attività che non sono strettamente collegate all’apprendimento e ai test ma qualificano l’allievo meritevole di attenzione e di un premio e quindi vengono ripagate in termini di crediti da usare per estinguere il debito. 

Libro nero e mutuo soccorso

Certo, come accade nella realtà, chi non ripaga i debiti finisce sul libro nero, ma esiste persino una formula di «assistenzialismo», in base alla quale l’intera classe può cedere alcuni dei propri voti alti al compagno in difficoltà, qualora si renda conto che si tratta di un periodo difficile e riscontri in lui la volontà di continuare a lavorare seriamente per superare i problemi. Quasi una «colletta» di voti per risollevare la media dell’amico che ha perso lezioni e conoscenze perché è stato malato o, magari, ha avuto la prima delusione d’amore. 

Persone e numeri

L’idea chiave di questo nuovo schema consiste nel cambiare la prospettiva dell’insegnamento, che in Cina, come del resto in Gran Bretagna, si fonda moltissimo sui numeri. Voti e percentuali valutano gli allievi a dispetto della loro personalità e dei problemi che possono incontrare, ma spesso si tratta di un processo che dimentica la persona. A pensarci bene i test e le valutazioni dovrebbero servire a capire se l’allievo segue e progredisce nel suo progetto educativo. Non a punirlo se ha incontrato delle difficoltà o a creare in lui l’ansia da prestazione che nulla ha a che vedere con l’educazione nel suo significato più alto.


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