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"Imparare la Storia è un diritto"

Dopo la campagna di Repubblica, la ministra Azzolina annuncia al Quirinale una commissione che risponda "al riaffacciarsi dell’odio" Parla Andrea Giardina, presidente e primo firmatario del manifesto

28/01/2020
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la Repubblica
Ieri mattina, al Quirinale, alla presenza del presidente Mattarella, la neoministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha annunciato la nascita di una commissione di studiosi «che faccia proposte per dare importanza alla storia come bene comune ». La notizia potrebbe risolversi in poche righe se non contenesse in sé un elemento drammatico che non sfugge allo storico Andrea Giardina, autore per Repubblica del celebre Manifesto fondato proprio sul principio della storia come bene comune: non più solo un dovere per gli studenti, ma un diritto per una cittadinanza consapevole. «Dalla nascita della Repubblica italianafino a oggi, nonera maiaccaduto che la questione dell’insegnamento della storia fosse legata a un’emergenza civile», dice lo studioso. «Questo ci fa capire la condizione preoccupante in cui viviamo». Un atto nobile, lo definisce, maturato in un paese che corre verso l’abisso di ignoranza e inversione morale del passato.
Non è casuale che l’annuncio di Lucia Azzolina — sensibile al tema anche per la sua veste di docente di storia nella scuola superiore — abbia coinciso con la Giornata della Memoria: non basta l’emozione retorica concentrata in 24 ore, ma serve la conoscenza coltivata ogni giorno dell’anno, «come risposta al riaffacciarsi dell’odio, del negazionismo e dell’indifferenza», dice la ministra. Dell’Osservatorio fanno parte docenti universitari che lavoreranno a stretto contatto con il mondo della scuola. La lista dei nomi include Alberto Melloni, Leila El Houssi, Patrizia Gabrielli, Silvia Calandrelli, Maria Grazia Riva, Simon Levis Sullam, Andrea Zannini, ma è ancora incompleta. La commissione dovrà occuparsi della formazione dei docenti e dei metodi di insegnamento, «in relazione alla mutata platea dei discenti e alle esigenze legate alla diversità di genere, di cultura e di appartenenza». E il presidente sarà il professor Giardina, antichista apprezzato negli ambienti storici internazionali e promotore della fortunata campagnasu Repubblica .
Professor Giardina,dopo il reinserimentodella storia alla maturità grazie all’allora ministro Fioramonti orail nuovo Osservatorio creato dalla ministra Azzolina.
«Èunattoimportantechecadeinuna fasemoltodelicatadelnostropaese.È inammissibilecheunasopravvissutadi Auschwitzsiacostrettaavivere sotto scorta.Emisembrasemprepiùdiffusa lavolontàdicancellaredalcalendario civileitalianola lottaalfascismo.Come èpossibilechealcunicomuni considerinole"pietrediinciampo"un argomentodivisivo?Ecomeèpossibile cheilcomunediVeronarendaomaggio aLilianaSegre,vittimadella persecuzione,econtemporaneamente aGiorgioAlmirante,complicemorale deisuoiaguzzini?».
L’attualeclima politico ha come legittimato rigurgiti neofascisti.
«L’Italiastavivendoun’emergenza civilecheèsbagliatosottovalutare.Ora chequestoallarmesianegatodai gruppidelladestraestremaedailoro fiancheggiatoripoliticiè comprensibile. Quellocheinvecenonfiniscedi stupirmièchelanuovaondata neofascistaerazzistavenga minimizzatadapersonedisinistraodi areapoliticamoderata.Perquesto acquistaancorapiùimportanzailgesto dellaministraAzzolina: èil riconoscimentodell’emergenzada partediun’altaautorità politica».
L’istituzione dell’Osservatorio significa ancheche lamemoria dasola nonpuòbastare.
«L’abusodellamemorianonèmeno dannosodiuncattivousodellastoria.
Attiestremidiantisemitismo s’intensificanoinprossimitàdella Giornatadellamemoria.Questo significachebisognaripensarecerte modalità,eliminandoogniformadi spettacolarizzazione».
Per spalancare gli occhi serve conoscenzastorica.Comepensa di diffonderlalanuova commissione?
«Ilprogettosiaffideràaunlavoro collettivonelqualeconterannole diversecompetenze:resta fondamentaleilcontributodei professoridiscuola,chevantano l’esperienzasulcampo.Noiassistiamoa unafratturaparadossale:daunaparte unagravedegenerazionedeltessuto civile,dall’altra unadelle migliori storiografiealmondoeunabuona qualitàdegliinsegnanti.Bisogna interromperequell’incantesimoche impedisceatuttequesterisorsedi esprimersi,traducendosiin conoscenzadiffusa».
In qualedirezione pensatedi muovervi?
«Bisognaavvicinarelastoriaai ragazzi.
Elosipuòfaresolorispondendoalle domandediunasocietàmulticulturale. Mipiacechequestoelementodel pluralismosiasottolineatodalla ministra.Sostieneilsociologotedesco UlrichBeckcheilproblemaènel divorziotraladimensione cosmopoliticaincuiviviamoelanostra realeconsapevolezzadiquestorespiro internazionale.Nonc’èaspettodella nostravitaquotidianachenondipenda dadinamichemondiali—economiche, politiche,culturali,sanitarie (lo vediamooggiconlaCina!)—mailnostro sguardoè intimiditodalle fragilità materialiediquestaretecheciavvolge nonvediamonulla.Èpropriola scissionetrarealtàeconsapevolezzaad agirecomemoltiplicatorediangosce collettiveeadarecampoliberoainuovi cultoridell’odio».
Quindianche nellastoria bisogna spalancarele finestresul mondo?
«Senzadisconoscerel’importanzadella vicendanazionale,bisognaaprirei programmiallastoriadelmondo: operazioneimpegnativacheimplica nuovistrumentipedagogicie tecnologieadatte.Maquestoservirebbe nonsoloaglistudentinatinelnostro paese,maancheairagazzichearrivano daaltricontinenti.Unindottrinamento italocentricofarebbediquestaparte consistentedellapopolazioneuna massadialienati».
Per farequesto occorre intervenire nella formazione degli insegnanti.
«Saràun’altrafunzione essenzialedella commissione.Potremofarepropostein meritoallaformazioneiningressoe anchedopol’assunzionedeidocenti».
Eoccorrerà anche ripensare i contenutidell’insegnamento storico.
«Forseladefinizionedeiprogrammi esuladallecompetenze dell’Osservatorio,maunproblemadeve essererisolto:il rapportoinsostenibile tralalunghezzadellanostrastoria— motivodiorgoglio!—e leinsufficienti oredilezioneadisposizione.Altra questioneriguardalastoria contemporanea:credosianecessario ridurrel’arcocronologiconell’ultimo anno.Unottimocorrettivopotrebbe esserefarpartireilNovecentodalla GrandeGuerrainmododaarrivareai nostrigiorni».
Quelloche lei prospettaè un importantecambiamento culturale.
«Sì,unarifondazionebasatasuldialogo, macondeilimiti.Cisonodirittievalori sucuinonsipuòdiscutere.
L’antifascismoèunodiquesti».

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