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Immissioni in ruolo: c'è proprio da essere contenti?

E’ stata pubblicata poco fa sul sito del Miur una nota sul Piano triennale di immissioni teso a “evitare l’insorgenza nuovo precariato.”

14/07/2011
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La Tecnica della Scuola

Silvana La Porta

 

E' iniziata, infatti, la già prevista fase negoziale del Piano triennale per l'assunzione a tempo indeterminato di circa 65mila tra docenti e Ata, nell'arco degli anni 2011-2013, sulla base dei posti vacanti disponibili in ciascun anno.
Ci troviamo davanti a un comunicato del Miur alquanto sibillino o meglio un comunicato in cui bisogna leggere tra le righe, come nelle famose gride manzoniane. Si sostiene infatti che “il Piano, già deciso e approvato da alcuni mesi, eviterà la formazione di nuovo precariato in futuro e risponde ad una nuova filosofia: prevede infatti esclusivamente assunzioni basate sul reale fabbisogno del sistema d'istruzione, come sarà sempre, d'ora in poi, per tutte le assunzioni nel mondo della scuola”.
Ma se esistono 250mila precari iscritti in graduatoria, sia di chi sia la colpa, e se d’ora in poi le assunzioni verranno fatte esclusivamente sull’organico di diritto, come può il piano essere “una risposta concreta al problema del precariato e delle graduatorie, e garantire e la stabilità del servizio scolastico ed educativo e le aspettative di quegli insegnanti abilitati iscritti nelle graduatorie ad esaurimento che prestano continuativamente da anni la propria attività tramite incarichi annuali”?
Viene anche sottolineato che le graduatorie vengano aggiornate ogni tre anni, con la possibilità di scegliere una sola provincia. Chi viene immesso in ruolo non può chiedere il trasferimento in altre province per un periodo di cinque anni.
Addirittura la situazione, a dispetto di quello che pensano tanti precari, è più rosea del previsto: “le ultime stime elaborate dal Ministero prevedevano che, grazie ai pensionamenti e alle immissioni in ruolo degli ultimi anni, il fenomeno avrebbe trovato una definitiva soluzione in alcuni anni. I provvedimenti contenuti nel Decreto per lo sviluppo consentono, all'interno del quadro di riorganizzazione del personale della scuola, di ridurre i tempi previsti e dunque di risolvere definitivamente un problema nato nei decenni passati, a causa di scelte politiche irresponsabili che hanno fatto lievitare fino a 250mila il numero degli insegnanti abilitati, iscritti nelle graduatorie ad esaurimento”.
Soddisfatti i sindacati. Per la Cisl scuola “l’incontro odierno è una prima risposta inequivocabile, che vede il Governo, al suo livello più alto di responsabilità, assumere precisi impegni con i sindacati. Si rafforza così l’obiettivo di veder coperti da subito, con assunzioni a tempo indeterminato, tutti i posti vacanti e disponibili del personale docente e A.T.A. I numeri, più volte confermati anche dai conteggi del Miur, sono di circa 30.000 per i docenti e 35.000 per il personale A.T.A. Si tratta ora di completare in tempi brevi tutti i passaggi necessari per effettuare entro agosto le assunzioni previste: lavoreremo per questo, per ottenere un altro importante risultato per la scuola e per i suoi lavoratori. In un quadro di pesanti difficoltà, la capacità di incalzare le controparti con proposte ambiziose, ma puntuali e credibili, è l’azione più efficace e utile che un sindacato responsabile possa fare per i lavoratori e per la loro tutela”.
Insomma largo alla panacea, ecco il rimedio che risolve tutti i mali. E’ tempo di immissioni in ruolo, 30.000 docenti in tre anni, che, divisi per ordini di scuola e classi di concorso, altro che migliaia sono. I numeri saranno a due o una cifra. Le assunzioni saranno solo in base alle esigenze della scuola. E, se continuano i tagli, le esigenze saranno sempre meno. E’ questa la risposta, un po’ strozzata, al problema del precariato, se solo pensiamo che dal 2005 ad oggi ci sono stati 275 mila pensionamenti tra i docenti e personale A.T.A. e 155 mila posti persi a seguito dei tagli.

 


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