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Il video di Renzi non è diretto ai prof, ma agli elettori di Berlusconi

Nuova strategia comunicativa di Renzi: si rivolge all’opinione pubblica, scarica i prof, irride i sindacati. L’obiettivo è uno solo: raccogliere voti a destra alle prossime regionali. I sindacati e i docenti dovrebbero lanciare una ben gestita controffensiva mediatica

16/05/2015
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La Tecnica della Scuola

Annamaria Bellesia

Basta guardare le news. Il video di Renzi ha prodotto migliaia di articoli e commenti. Bocciato da chi nella scuola ci lavora e ben conosce le irricevibili proposte, sta facendo breccia nell’opinione pubblica e raccogliendo consenso.

Fa parte di una nuova strategia comunicativa diretta a chi di scuola non ci capisce niente, ma crede facilmente ai miliardi stanziati, alle centomila assunzioni, alla bontà del progetto complessivo. A quell’opinione pubblica che ce l’ha coi sindacati, con i dipendenti pubblici, e con i prof che “lavorano poco”. Su questo facile cavallo di battaglia già in passato si sono costruite campagne elettorali vincenti.

Non dimentichiamo i dati pubblicati dai giornali nazionali: la stragrande maggioranza degli italiani non sa di cosa si parli precisamente con la riforma della scuola. Renzi si rivolge a loro direttamente, con lavagna,  gessetto, e messaggi chiari e semplici, che fanno presa: un colpo da maestro! Da maestro di politica e comunicazione.

L’obiettivo è uno solo: raccogliere voti a destra alle prossime regionali. Renzi ha capito di essersi alienato i voti degli insegnanti, ma in questa fase storica di debacle del partito di Berlusconi (v. esiti elettorali a Trento e Bolzano) ha intuito che pescando in quell’area può ottenere più voti di quelli che perde. Ha già cannibalizzato Scelta civica, e lo stesso si appresta a fare col Ncd (al quale è riuscito abilmente a sottrarre un ministero chiave senza conseguenze).

La grande operazione mediatica del premier ha suscitato reazioni a catena nella scuola, ma di fatto i prof parlano fra di loro, sui siti specialistici e nei social, ma  i motivi della protesta e dell’indignazione non sono colti all’esterno.

Bisognerebbe portarsi sullo stesso terreno del premier, nelle piazze, sui giornali e sui media nazionali che fanno opinione. E fare presto. Ci vuole qualcosa di eclatante, come la trovata della lavagna e del gessetto. Bisognerebbe che i sindacati si facessero promotori di una qualche iniziativa pubblicitaria o mediatica ben studiata e ben gestita, ricorrendo magari anche a degli esperti della comunicazione di massa.

Bisogna cercare di fare il tutto per tutto. Renzi docet.


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