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Il Tempo - Gli enti locali dichiarano guerra alla Moratti

Gli enti locali dichiarano guerra alla Moratti di ALESSANDRA SERVIDORI È GUERRA tra il ministro della Pubblica Istruzione Letizia Moratti, la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e del...

25/02/2002
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Il Tempo

Gli enti locali dichiarano guerra alla Moratti
di ALESSANDRA SERVIDORI

È GUERRA tra il ministro della Pubblica Istruzione Letizia Moratti, la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province, le Associazioni dei Comuni e delle Comunità montane, impegnati in un confronto/scontro sul decentramento delle funzioni delegate agli enti locali in materia di istruzione e formazione.
E i motivi di dissenso sono tanti. In testa alla lunga lista dei "niets" troneggia il disegno di legge sui nuovi organi collegiali che dovrebbe prevedere unicamente norme generali che le regioni dovranno rispettare nell'emanazione delle proprie leggi di riforma dell'organizzazione amministrativa della rete scolastica.
Ma nessuna delle proposte di riordino della materia, elaborate sia da parte della maggioranza che della minoranza, tiene conto della recente riforma costituzionale (la legge n.3/ 2001) che assegna alle Regioni competenze in materia di politiche scolastiche, "invadendo" quindi con dettagli inopportuni, il terreno d'azione dell'ente locale. Altri punti di dissenso toccano la riforma dei cicli scolastici, con il riordino dell'istruzione e della formazione professionale, definite la seconda gamba del sistema.
Il ddl del Governo prevede il passaggio alle regioni degli istituti professionali e una parte degli istituti tecnici. Vi sono dei dubbi sui meccanismi che dovrebbero realizzare questa operazione: è bene avere presente che le scuole professionali sono un quarto dell'intero sistema scolastico. Inoltre il nuovo disegno di legge della scuola stabilisce che una quota dei programmi di insegnamento sia affidata alle Regioni.
Il ministro ha istituito dei tavoli di lavoro per affrontare e definire l'articolazione delle risorse finanziarie con le quali si dovrà procedere per attuare il decentramento dell'istruzione professionale.
Ma contro la Moratti non scendono in campo solo le Regioni: anche l'Anci (associazione comuni) e l'Uncem (comunità montane) sono contrari sia sull'uso dello strumento della legge delega, sia sull'anticipo all'ingresso della scuola materna ed elementare, sia sulla mancanza sistematica di coinvolgimento dei comuni su una materia, non più di esclusiva competenza dello stato.
Entro il 28 febbraio dovranno svilupparsi confronti, discussioni, integrazioni, modifiche tra le parti: poi, scaduti i tempi supplementari il Governo dovrà decidere.


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