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Il Tar boccia le superiori ridotte a 4 anni

giudici hanno dichiarato illegittima la sperimentazione avviata dal Miur. Il segretario generale Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo: è stata riconosciuta l'illegittimità formale del provvedimento, in assenza peraltro del prescritto parere del Cnpi, come sono stati ritenuti fondati i nostri rilievi sulla disparità di trattamento con gli studenti che svolgono il corso quinquennale.

17/09/2014
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La Tecnica della Scuola

Alessandro Giuliani

La sperimentazione dei corsi di scuola superiore di durata quadriennale non si poteva fare. A stabilirlo è il Tar del Lazio, che attraverso la sentenza della Sezione Terza Bis ha dichiarato illegittima la sperimentazione avviata dal ministero dell'Istruzione in alcune scuole del territorio nazionale che vedeva la riduzione a 4 anni della durata legale del corso di studio delle Superiori. A rendere pubblica la sentenza è la Flc-Cgil, che aveva impugnato i Decreti Ministeriali con i quali era stata autorizzata questa sperimentazione. Nella sentenza, depositata il 16 settembre, si legge che vengono annullati i “decreti del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca n. 902 e n. 904 del 2013”.

"I giudici amministrativi hanno accolto appieno - spiega il segretario generale della Flc, Mimmo Pantaleo - i motivi del nostro ricorso. E' stata riconosciuta la illegittimità formale del provvedimento in assenza peraltro del prescritto parere del Cnpi e ritenuti fondati i nostri rilievi circa un evidente disparità di trattamento con coloro che effettuano il corso di studi quinquennale. Il Tar ha, pertanto, annullato i decreti e ora il Governo deve definitivamente rinunciare - osserva il sindacalista - a sperimentazioni che avevano come obiettivo finale quello di ridurre la durata dei corsi di studio. Se si vuole discutere di riordino dei cicli e di orientamento siamo pronti e abbiamo le nostre proposte. L'obiettivo vero del Governo, come era evidente nelle sperimentazioni, è quello di ridurre un anno i percorsi di studio per tagliare organici e risorse alle scuole. Per queste ragioni - conclude Pantaleo - la sentenza difende una idea di diritto allo studio di qualità e non ridotto a visioni utilitaristiche e economiche".

Al momento sono meno di dieci gli istituti, su tutto il territorio nazionale tra scuola pubblica e paritaria, ad aver avviato i percorsi delle superiori su quattro anni: la sentenza non dovrebbe produrre effetti su questi corsi, che quindi andrebbero a conclusione. Ma se non impugnata dal Miur, invece, potrebbe impedirne di avviarne altri. Anche se ormai solo a partire dall’anno scolastico 2015/16.


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