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Il sapere e il lavoro non sono una merce: assemblea delegati FLC CGIL

L’assemblea è stata introdotta dal segretario nazionale della Flc, Francesco Sinopoli, che ha illustrato i temi principali che sono sul tavolo del sindacato, cominciando dal rinnovo del contratto nazionale.

11/03/2017
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Jobsnews

“Il sapere e il lavoro non sono una merce”, questo il titolo dell’assemblea dei delegati e delle delegate della Federazione lavoratori della conoscenza che ha avuto luogo al teatro Brancaccio di Roma venerdì 10 febbraio. L’assemblea è stata introdotta dal segretario nazionale della Flc, Francesco Sinopoli, che ha illustrato i temi principali che sono sul tavolo del sindacato, cominciando dal rinnovo del contratto nazionale. “Dopo nove anni di blocco della contrattazione nel pubblico impiego”, ha attaccato Sinopoli, “e nei nostri settori”, della scuola, della ricerca, dell’università e del’alta formazione artistica e musicale, “non possiamo più restare in trincea. Abbiamo bisogno di rilanciare un’azione collettiva con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione. Per questo crediamo che sia stato giusto aver imposto all’agenda politica due quesiti referendari che hanno l’obiettivo di invertire la rotta e di demercificare il lavoro. Abbiamo dunque l’opportunità di aprire una grande e straordinaria campagna che serva a ridare dignità al lavoro, alle persone e al paese”. Sui temi più specifici dell’istruzione, Sinopoli ha detto che occorre un “nuovo piano di reclutamento, perché quello renziano ha fallito”. Secondo il segretario della Flc, le risorse ci sono e ci sono sempre state per scuola, università e ricerca, ma sono state spese male, in estemporanee e non strutturali scelte di politica economica, come i bonus e le decontribuzioni del Jobs act. Inoltre, Sinopoli ha riproposto uno dei temi più caldi nelle relazioni sindacali di questi mesi, ovvero il rapporto tra contratto nazionale e legislazione. “Il contratto è uno strumento potente e noi lo vogliamo riconquistare”, ha aggiunto il segretario della FLC. E ha rilanciato la necessità di alzare il tono del conflitto per l’abrogazione totale della legge 107 del 2015 che ha malamente riformato la scuola italiana.