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Il ritorno in classe di 100 mila supplenti

Per la ministra Valeria Fedeli, questo sarà l’anno in cui tutti i prof — anche i supplenti «lunghi» — saranno al loro posto il primo giorno di scuola. Ma i termini per aggiornare le graduatorie dei supplenti «brevi» — 700 mila aspiranti— scadono il 14 settembre.

08/09/2017
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Corriere della sera

di Valentina Santarpia

E rano state annunciate in pompa magna l’8 agosto dal Consiglio dei ministri: 52 mila assunzioni di nuovi prof a scuola entro agosto. A distanza di un mese esatto ne sono state portate a termine solo 30 mila. Mancano 22 mila docenti all’appello: le cattedre vuote sono soprattutto al Centro e al Nord, dalla Toscana in su, in particolare nelle scuole secondarie di primo grado. I «buchi» riguardano i prof di matematica, di sostegno e di lingue, sia nelle graduatorie — ormai esaurite per molte classi di insegnamento — che tra i vincitori dell’ultimo concorso, che ha registrato un record di bocciati.

Il risultato? Anche il prossimo anno ci saranno almeno 100 mila supplenti nelle aule, pronosticano i sindacati. La stima è presto fatta: ai 22 mila posti che non saranno coperti da assunzioni vanno aggiunte 15 mila cattedre che dovevano diventare stabili, cioè passare dall’organico di fatto a quello di diritto. Ma che non sono state autorizzate dal ministero delle Finanze, che ha approvato il consolidamento di soli 15 mila posti dopo un braccio di ferro con il ministero dell’Istruzione, adducendo motivi di bilancio. Poi ci sono da considerare le circa 40 mila deroghe del sostegno, stimate dall’Osservatorio dei diritti della scuola, ovvero gli insegnanti che vengono affiancati agli studenti disabili solo a inizio anno scolastico, su spinta delle sentenze dei tribunali. A questi vanno affiancati circa 10 mila docenti che occupano gli spezzoni di cattedra. Infine, c’è una fetta, che va dai 13 mila in su, di prof che decide di avvalersi di part-time, congedi, aspettative familiari o per dottorati di ricerca.

«Ancora una volta sulle assunzioni dei docenti si misura la distanza tra il dire e il fare — commenta amara Maddalena Gissi, segretaria Cisl —. Anche quest’anno migliaia di docenti abilitati continueranno a lavorare come supplenti su posti vacanti e disponibili». Di chi è la colpa? «Di un piano di assunzioni che non ha tenuto conto delle necessità reali della scuola, e di concorsi falliti», dice Pino Turi, della Uil. I candidati giusti infatti ci sono, ma sono nelle graduatorie «sbagliate». Un dato di cui si è reso conto lo stesso Miur, che infatti ha annunciato per febbraio un concorso riservato proprio a quei prof supplenti che sono nelle graduatorie di seconda e terza fascia e che oggi non possono essere assunti. Intanto il film è quello già visto negli ultimi anni: il numero dei supplenti non si è mai abbassato sotto i 100 mila, nonostante l’annuncio della fine della supplentite. Un calo si è avuto nell’anno di approvazione della Buona scuola, 2015-2016, ma si tratta di briciole — circa 10 mila in meno — a fronte di un piano di assunzioni per 86 mila docenti. «Questi dati — conclude Annamaria Santoro, Cgil — dimostrano che i problemi storici della scuola continuano a pesare sulla continuità didattica e sul regolare avvio dell’anno scolastico».

Per la ministra Valeria Fedeli, questo sarà l’anno in cui tutti i prof — anche i supplenti «lunghi» — saranno al loro posto il primo giorno di scuola. Ma i termini per aggiornare le graduatorie dei supplenti «brevi» — 700 mila aspiranti— scadono il 14 settembre.


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