Il rischio epidemiologico della riapertura delle scuole
econdo il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc) il rischio è limitato, ma ci sono molte incognite.
Andrea Capocci
Quanto è rischioso riaprire le scuole? Secondo il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc) il rischio è limitato, ma ci sono molte incognite. Gli esperti europei lo scrivono in un rapporto pubblicato il 6 agosto che mira a guidare l’azione dei governi che in questi mesi dovranno organizzare il ritorno sui banchi scolastici.
Secondo la letteratura scientifica, quando si infettano bambini e adolescenti mostrano spesso pochi o nessun sintomo.
Ciò non significa che non possano infettare altre persone: «quando mostrano i sintomi, la carica virale nei bambini è paragonabile a quella degli adulti e possono essere altrettanto contagiosi – scrive il rapporto – ma la contagiosità dei bambini asintomatici è ancora sconosciuta». In ogni caso, le ricerche sui focolai scolastici mostrano che la trasmissione tra coetanei è rara e non rappresenta il principale fattore di infezione nei bambini.
Dunque, «le scuole non rappresentano ambienti di propagazione più pericolosi di altri luoghi di lavoro o di svago». Il rapporto ammette che «vi sono indicazioni contraddittorie sull’impatto delle scuole sulla trasmissione del virus» anche se i dati finora raccolti in diversi paesi europei mostrano che «la riapertura delle scuole finora non ha comportato un aumento significativo del contagio». È un errore trattare la scuola come un problema a sé perché, concludono i tecnici, «le decisioni sulle misure di controllo e sulle riaperture delle scuole devono essere coerenti con le altre assunte per il resto della comunità».
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