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Il rinnovamento del sindacato passa dalle RSU

di Pippo Frisone

16/12/2014
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ScuolaOggi

Dal 3 al 5  marzo del 2015 si voterà per il rinnovo delle RSU in tutto il pubblico impiego.       A queste elezioni sono  interessati circa 3 milioni di dipendenti pubblici. Per la prima volta in questa tornata elettorale potranno essere eletti anche i precari supplenti annuali al 31 agosto o al 30 giugno.  E’ questa la novità più importante contenuta nel recente accordo quadro  con l’Aran del 28 novembre 2014.

E’ questo un importante segnale che va incontro alla normativa europea antidiscriminatoria e restituisce parità di diritti tra i lavoratori a tempo determinato e indeterminato.

Sin dalle prime elezioni delle Rsu  del 13-16 dicembre del 2000, ci son stati conflitti tra le OO.SS. tra chi le voleva d’istituto come la Cgil e la Cisl e chi invece le voleva su base provinciale come Snals, Uil,Gilda e Cobas.

Motivo non secondario di quello scontro fu la competizione sulla rappresentatività che con le elezioni delle RSU si andava a misurare al 50% e l’altro 50% con le deleghe del tesseramento.

Soglia di sbarramento al 5% . Delle 40-50 liste che ad ogni scadenza si presentano alle elezioni, finora soltanto cinque hanno superato quella soglia : Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda.

Rappresentatività che in concreto voleva dire sedersi ai diversi tavoli negoziali , da quello nazionale sul CCNL a quelli regionali. E poi diritto ai distacchi e alle aspettative, ai permessi retribuiti ecc…

Quindi un doppio filo d’interessi che ha tenuto assieme OO.SS. e RSU.

Un legame che mentre ha consentito alle OO.SS. maggiormente rappresentative di consolidarsi ai

tavoli negoziali, ha lasciato interpretare alle RSU un ruolo più subalterno e meno autonomo.

Sin dall’inizio, si è voluto garantire  nella delegazione trattante, a livello d’istituzione scolastica, la presenza delle OO.SS. territoriali firmatarie del contratto nazionale.

La presenza, talvolta soffocante dei sindacati territoriali, ha in molti casi messo a rischio ruolo, funzione e autonomia della stessa Rsu.

Si, perché una volta elette le RSU sono autonome rispetto alle stesse OO.SS.,nelle cui liste si sono candidati . Le RSU rappresentano i lavoratori e le lavoratrici nei luoghi di lavoro e non i sindacati.

A questo fattore di confusione esterno se ne aggiunge uno interno alla stessa Rsu : quello di un  corretto funzionamento di questo organismo unitario !

Sono poche infatti el RSU che si sono dotate di un regolamento interno.

I singoli componenti il più delle volte vanno in ordine sparso alle trattative e si comportano spesso più come cinghia di trasmissione del sindacato di appartenenza che come rappresentanza unitaria dei lavoratori che li hanno eletti .                         

Non è raro assistere, al tavolo negoziale, a posizionamenti dei singoli componenti col sindacato di riferimento piuttosto che difendere  una posizione autonoma come Rsu .

E questo è tanto più frequente in quelle situazioni dove è debole il legame della RSU coi lavoratori.

Cosi si firmano contratti d’istituto senza nemmeno consultare  chi li ha eletti.

E’ anche vero che in altri casi si passa all’estremo opposto : la RSU consulta i lavoratori su ogni proposta del Dirigente e prima di sottoscrivere un’ipotesi di contratto convoca l’ assemblea.

In caso di dissensi all’interno della RSU si indicono i referendum !

Ma sono le distorsioni delle regole, contenute negli accordi-quadro che stanno indebolendo  un organismo, nato e voluto per rafforzare la democrazia rappresentativa e la partecipazione nei luoghi di lavoro . Bisogna restituire autonomia piena e valore alle RSU che devono rimanere l’elemento indispensabile per dare validità ai contratti d’istituto.

Il decreto-Brunetta da un lato, con le forti limitazioni introdotte sul potere negoziale delle Rsu e i tagli alle risorse destinate alla contrattazione dall’altro, hanno depotenziato sempre più questi organismi di partecipazione e presidio democratico dentro le scuole.

Per finire, le recenti prese di posizione del Governo che rifiuta ogni confronto con le OO.SS., le modifiche allo Statuto dei lavoratori con l’indebolimento delle tutele ed il mancato rinnovo dei contratti , completano uno scenario che metterà a dura prova la partecipazione stessa alle prossime elezioni delle Rsu.

Spetterà ancora una volta al Sindacato tirarsi fuori dall’angolo in cui la politica l’ha cacciato.

Lo sciopero del 12 dicembre e la sua riuscita saranno un banco di prova importante per il mondo del lavoro e per il sindacato.

Bisogna ripartire dal basso, si diceva una volta. Per  rinnovare il sindacato occorre  stare in mezzo ai lavoratori e questo lo può fare meglio di tutti la RSU, cui vanno restituiti autonomia e dignità nei luoghi di lavoro.


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