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Il Pof cambia, c'è il modello unico

In arrivo il nuovo piano dell'offerta formativa, fabbisogni indicati per area

11/08/2015
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ItaliaOggi

Alessandra Ricciardi

In arrivo il modello unico dell'offerta formativa. Il Pof, che sarà triennale e servirà anche a rilevare i fabbisogni di risorse finanziarie e umane dell'istituto, avrà uno schema nazionale che tutte le scuole dovranno utilizzare per rendere nota la propria programmazione. La novità sarà comunicata entro fine agosto ai dirigenti scolastici, attraverso una circolare che è in via di definizione. Un'architettura unica, che eviterà voli pindarici, pur avendo delle voci che potranno dare spazio alla libera determinazione dell'offerta formativa dell'istituto. Ma saranno sezioni, quelle caratterizzanti la specificità dell'istituto, che non è detto che tutte le scuole debbano compilare, ma che, nel caso in cui decidano di farlo, saranno facilmente individuabili dall'esterno. La decisione di una programmazione il più possibile omogenea, almeno nella fattura, si è resa necessaria, spiegano da viale Trastevere, per garantire la piena trasparenza e pubblicità dell'offerta didattica. Pubblicità che già oggi avveniva con la messa on line del Pof ma con una discrezionalità tale nella stesura dei testi da rendere a volte difficile la comparazione tra più scuole da parte di famiglie e studenti alle prese con la scelta dell'istituto a cui fare l'iscrizione. Con il modello unico si punta insomma a fornire una griglia comune che rispetti l'autonomia dei contenuti, ma che metta nelle mani delle famiglie documenti confrontabili fra loro. Una scelta che fa il paio con il RAV, il rapporto di autovalutazione della scuola, che sarà reso noto all'amministrazione entro la fine del mese di agosto, ma diverrà pubblico a settembre, e che consente di verificare i punti di forza e di debolezza della scuola sul territorio. Al di la' dello schema, una delle novità di maggior impatto riguarderà i fabbisogni formativi in base al quale sarà assegnato l'organico potenziato: dovranno essere indicati dalla scuola per area disciplinare e non per singola materia. Il che dovrebbe favorire la maggior collocazione possibile dei precari che hanno deciso di fare richiesta per entrare nel piano assunzionale del governo.


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