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Il Nuovo - Scuola nel caos per il trasferimento dei docenti

Scuola nel caos per il trasferimento dei docenti Le domande vanno presentate entro il 14 febbraio. Ma molti insegnati si sono visti annullare la cattedra dopo un decreto ministeriale. E i sindaca...

05/02/2002
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Il Nuovo

Scuola nel caos per il trasferimento dei docenti

Le domande vanno presentate entro il 14 febbraio. Ma molti insegnati si sono visti annullare la cattedra dopo un decreto ministeriale. E i sindacati denunciano il rischio dell'effetto a cascata.
di Barbara Acquaviti
ROMA - I sindacati di categoria parlano di "disastro annunciato", di un effetto a cascata talmente vasto che "è difficile quantificare quanti docenti alla fine ne saranno coinvolti". Il nuovo casus belli nel mondo della scuola romana è segnato da una scadenza: entro il 14 febbraio gli insegnanti dovranno presentare le domande di trasferimento per il prossimo anno. Ma tra di loro ce ne sono molti, circa 300, che a dicembre, con un decreto ministeriale, si sono visti annullare i trasferimenti o i passaggi di cattedra ottenuti dal provveditorato quest'estate.

Quel decreto seguiva alcuni ricorsi, presentati e vinti dall'Unicobas, in cui si chiedeva la revisione delle graduatorie stilate per l'assegnazione delle nuove cattedre perché ad alcuni docenti non erano stati riconosciuti i giusti punteggi. Dopo le proteste il provveditorato era comunque andato avanti con l'assegnazione delle cattedre. Poi, il provvedimento ministeriale aveva ristabilito la correttezza e sancito che dal 1 settembre del prossimo anno i legittimi titolari avrebbero preso possesso del posto vinto.

La conseguenza è che ora, in questa fase di passaggio, molti insegnati si trovano a dover decidere del loro futuro senza avere certezza del presente. "Non sono soltanto i cosiddetti docenti "annullati" a dover fare i conti con questa situazione - spiega Giovanni Febbroni della Uil Scuola del Lazio - ma tutti quelli che in virtù di quelle assegnazioni sbagliate hanno cominciato a insegnare in una determinata scuola. La mobilità è sia orizzontale che verticale. Per dirla con un esempio, se un docente delle elementari ha vinto un posto per insegnare nelle scuole superiori ha occupato un posto ma ne ha anche liberato un altro che si è reso disponibile per un altro docente. E così via per la cattedra liberata da quest'ultimo. Quindi ogni singolo spostamento riguarda un numero imprecisato di persone".

Che adesso si trovano di fronte alla scelta di chiedere o meno il trasferimento. "Il problema poi - sottolinea Febbroni - è che in quel decreto non veniva specificato per tutti quale fosse la cattedra legittima da cui ripartire per chiedere eventuali spostamenti. Nè ci sono state comunicazioni ad apersonam. Questa scadenza rilancia un disastro amministrativo che, purtroppo, avevamo già annunciato".

La soluzione, secondo i Cobas, sarebbe quella di annullare il decreto e per questo promettono che "sosterranno tutte le iniziative che il comitato docenti annullati intraprenderà" e in caso contrario "l'amministrazione sarà chiamata a rispondere davanti alla magistratura e all'opinione pubblica della legittimità dei suoi comportamenti e dei danni procurati ai docenti annullati e rettificati".

Una valanga di richieste di risarcimento danni è anche la promessa dell'Unicobas che però difende a spada tratta la correttezza dei ricorsi promossi. "Era una ristrutturazione necessaria - spiega il segretario Stefano D'Errico - un ripristino della legalità dovuto ai docenti. Le tristi conseguenze sono colpa delle scelte assunte dal provveditorato, non dagli insegnanti già penalizzati una volta".


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