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Il Nuovo-Maturità semplice, ma dal 2004 scompare l'orale

Maturità semplice, ma dal 2004 scompare l'orale Gli studenti non devono temere, nonostante gli allarmi: sarà un esame "classico", facilitato dai commissari tutti interni. Ma fra tre anni si cam...

21/05/2002
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Il Nuovo

Maturità semplice, ma dal 2004 scompare l'orale

Gli studenti non devono temere, nonostante gli allarmi: sarà un esame "classico", facilitato dai commissari tutti interni. Ma fra tre anni si cambia: addio interrogazione, l'esame sarà solo per prove scritte.
di Alberico Giostra
ROMA - Maturità più severa? Esame orale vecchia maniera? Macchè. Nonostante certe voci l'esame di stato 2002 sarà come sempre, perchè per i veri cambiamenti bisognerà aspettare il 2003 o forse il 2004, quando l'esame orale diventerà facoltativo e ad esso ricorreranno solo i candidati che si sentono deboli nelle prove scritte.

Come è possibile essere più severi dovendo interrogare un ragazzo su quindici materie, si chiedono al Ministero dell'Istruzione? La verità, aggiungono a Viale Trastevere, è che questo esame di stato è da buttare secondo tutti i pedagogisti, compreso quel Benedetto Vertecchi che ne è stato uno dei propugnatori. Non bisogna infatti dimenticare che il nuovo esame introdotto nel 1999, se da una parte ha aumentato le prove scritte e all'orale si è interrogati su tutte le materie anzichè solo due, dall'altra ha eliminato lo scoglio dell'ammissione, un ostacolo che fermava il 7% degli studenti.

Per cui se un aumento di obiettività, (termine più gradito ai consigliori della Moratti rispetto a severità) ci dovrà essere, dipenderà più che altro dalla presenza di commissari interni che conoscono pregi e difetti degli esaminandi e non solo accantonando la cosiddetta tesina, cioè quella "mappa cognitiva" di natura transdisciplinare grazie alla quale una poesia di Leopardi nella quale ci si rivolge alla luna diventa un pretesto per parlare di geografia astronomica copiando il tutto su Internet o dai lavori degli anni precedenti.

Allora le vere novità ci saranno forse nel 2003, ma più probabilmente nel 2004, quando l'esame orale diventerà facoltativo, esattamente come in Francia, dove da 60 anni lo studente può scegliere di fare o non fare l'orale. Dove cioè l'orale è utilizzato per recuperare eventuali defaillances negli scritti, in fondo esattamente come è adesso, dove per esplicita ammissione di Vertecchi, l'orale diventa "un serbatoio di punteggi per compensare le insufficienze degli scritti".

Con la differenza che in Francia è il ragazzo a scegliere autonomamente mentre da noi la obbligatorietà trasforma la prova orale in una camera di compensazione di un esame, quello scritto che è il vero experimentum crucis, la prova dove, come è noto, tutti i ragazzi falliscono, non padroneggiando nè grammatica nè sintassi.

Al Ministero infatti se la stanno spassando nel leggere le 85 relazioni delle Consulte Studentesche sulla Legge delega di riforma della scuola. Relazioni infarcite di errori e orrori, non politici, non sindacali, non ideologici, ma semplicemente di grammatica e sintassi. L'introduzione della facoltatività dell'orale è stata proposta diversi mesi fa al Ministro Moratti che ha preferito rimandare la modifica all'atto di stesura dei nuovi ordinamenti sia per fare una riforma più organica e definitiva, sia perchè spaventata dalle resistenze degli insegnanti. Perchè severità e/o obiettività a parte è sicuro che questo esame di stato andrà presto in soffitta.

Un esame che voluto così com'è da Luigi Berlinguer scontentò per primo proprio l'ex ministro diessino. Le solite voci di corridoio narrano infatti che all'indomani dei primi risultati, Berlinguer andò su tutte le furie perchè esigeva che almeno il 10% dei candidati fosse bocciato, cosa che naturalmente non fu e neanche per una differenza da poco, mentre non potè lamentarsi per l'alta percentuale di adesioni degli insegnanti allettati dagli aumenti promessi.

Aumenti che tuttavia portarono i costi degli esami a lievitare fino a raggiungere la ragguardevole cifra di 1200 miliardi di vecchie lire in tre anni. Insomma l'esame che i candidati 2002 si accingono ad affrontare è stato un insuccesso didattico e un successo organizzativo, il tutto con un notevole dispendio economico.

Ma che ne pensano gli addetti ai lavori della possibile introduzione della facoltatività dell'orale? Secondo il leader dei presidi italiani Giorgio Rembado, bisogna aver chiara la strada da imboccare: "perchè se si sceglie la strada della maggiore selettività allora è chiaro che va bene rendere l'esame orale facoltativo.

La prova orale infatti - continua Rembado - aumenta la percentuale di soggettività e aleatorietà dell'esaminatore a scapito della obiettività, ma è anche vero che senza prova orale si rinuncia a ricostruire la personalità del candidato e ci si limita alla pesatura delle conoscenze e questo-conclude Rembado-non è detto che sia necessariamente un bene, soprattutto se lo si fa solo per risparmiare tempo e denaro".


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