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Il Nuovo-La Moratti riduce l'istruzione a una merce

La Moratti riduce l'istruzione a una merce" Enrico Panini, segretario della Cgil-scuola, accusa: "Stati generali improvvisati e senza rappresentatività, la riforma della Moratti divide la cultur...

18/12/2001
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Il Nuovo

La Moratti riduce l'istruzione a una merce"

Enrico Panini, segretario della Cgil-scuola, accusa: "Stati generali improvvisati e senza rappresentatività, la riforma della Moratti divide la cultura alta da quella bassa". E conferma la contromanifestazione.
di Alberico Giostra
ROMA - Enrico Panini è il segretario della Cgil scuola il maggiore sindacato italiano. Conta su oltre 70 mila iscritti e, dalla sospensione della riforma dei cicli del centrosinistra alla Riforma Bertagna, ha mostrato di essere l'avversario di maggior peso della politica scolastica di Letizia Moratti. Per la prima volta dopo anni ha rotto l'unità sindacale con Cisl e Uil in occasione dello sciopero generale contro la Finanziaria 2002. Panini non parteciperà agli Stati Generali e il 19 sarà a Perugia con Cofferati ad una manifestazione nazionale contro la Riforma Moratti. Giovedì 20 sarà al corteo degli studenti.

Come giudica la decisione di spostare gli Stati Generali della scuola da Foligno a Roma?
Dal punto di vista organizzativo si tratta di un disastro, una marcia indietro che rivela molta improvvisazione e ritardi. Si è scelta dapprima una piccola città come Foligno senza pensare che si sarebbero creati dei problemi a chi voleva partecipare. Il programma è stato diffuso tardivamente e a tutt'oggi io non l'ho ancora visto. Infine si è concepita una manifestazione lasciando prevalere gli aspetti spettacolari e di immagine, lavorando solo sull'immaginario della gente.

Esiste secondo lei la possibilità di un uso antisindacale degli Stati Generali, una ricerca del consenso da ontrapporre a quello dei sindacati?
Se prevalesse un'idea peronista della democrazia sì. Ma è una concezione della democrazia che non potrà prevalere. Questi Stati Generali difettano essi stessi di legittimazione perché sono nati sulla base di una convocazione generica dei vari soggetti. Il ruolo del sindacato è un altro, è un ruolo stabilito da leggi dello Stato e non potrà essere ridimensionato tanto facilmente. Gli Stati Generali contengono le stesse contraddizioni di questo Governo che sei mesi fa accusava la Riforma dei cicli del centro-sinistra di essere stata concepita senza il coinvolgimento degli insegnanti e delle famiglie, che è esattamente quanto sta accadendo e quanto accadrà a Roma. Lo stesso titolo, Stati Generali, evoca qualcosa di infausto, suona come una sorta di controrivoluzione, una controriforma della scuola.

Giuseppe Bertagna, uno dei padri della Riforma Moratti ha dichiarato al Nuovo che essendo cambiata la legge costituzionale per avviare la riforma occorreva prima convocare Regioni, Province e Comuni e poi i Sindacati.
In realtà non hanno consultato né le Regioni, le province e i comuni e né i sindacati. Lo hanno fatto solo dopo aver elaborato la bozza di riforma. Io credo che la democrazia sia basata sulla chiarezza e distinzione dei ruoli. E il ruolo dei sindacati è diverso da quello delle istituzioni.
Il questore di Roma ha negato ai Cobas e ai no-global la possibilità di manifestare davanti al Palazzo dei Congressi. Come giudica questa decisione?
Negari spazi come Piazza Kennedy non aiuta a trovare quella serenità necessaria in queste circostanze. Io auspico che tutto si svolga senza incidenti ma perché questo accada deve essere concessa a tutti la possibilità di manifestare. Sia a chi è favorevole alla riforma Moratti sia a chi è contrario.

Come giudica la Cgil la bozza di Riforma elaborata dal gruppo ristretto del professor Bertagna?
Gli aspetti che critichiamo sono principalmente due. Una separazione nella scuola e nella società tra chi potrà aspirare ad una cultura alta, quella liceale e chi sarà condannato ad una cultura bassa, quella del canale di formazione professionale. Questa divisione si realizza sulla base di una distinzione di censo e riduce l'istruzione a una merce, fa uscire l'istruzione dall'interesse pubblico per ridurla ad un servizio a domanda individuale. In secondo luogo, in questa scuola cui sta pensando la Moratti il lavoro dei docenti perderà progressivamente l'ambizione di cambiare la realtà per finire a fotografarne le contraddizioni.

L'introduzione della riforma così com'è provocherà una riduzione di posti di lavoro tra i docenti?
Al di là degli aggiustamenti futuri il documento parla chiaro. Saranno tagliati almeno 100.000 posti di lavoro. Quando abbiamo incontrato la sottosegretaria Aprea e Giuseppe Bertagna quest'ultimo, dopo aver negato che ci sarà un taglio di cattedre, ha però aggiunto che ancora non avevano sentito il paere dei partiti politici di governo. Noi però sappiamo che il Governo parla apertamente di un taglio della spesa scolastica del 15% nei prossimi anni.

Quali iniziative prenderete dopo gli Stati Generali?
Porteremo insieme agli altri sindacati confederali la discussione nelle 10.800 scuole italiane e negli 8000 Comuni italiani. La riforma dell'Istruzione è un fatto


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