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Il nuovo - guerra di cifre sulle adesioni

Sciopero della scuola, guerra di cifre sulle adesioni Cgil, Unicobas e Cub esultano per l'esito dell'agitazione. Ma la Uil sottolinea: "E' una giornata negativa. L'anno scorso in piazza c'era mol...

13/11/2001
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Il Nuovo

Sciopero della scuola, guerra di cifre sulle adesioni

Cgil, Unicobas e Cub esultano per l'esito dell'agitazione. Ma la Uil sottolinea: "E' una giornata negativa. L'anno scorso in piazza c'era molta più gente". Il ministero: "Adesioni al 16%".
di Alberico Giostra
ROMA -Sciopero bagnato sciopero fortunato dicevano i manifestanti. Perché si tratta di uno sciopero che, almeno a sentire il leader della Cgil Enrico Panini, è perfettamente riuscito, "ed è la migliore risposta alla strategia della Moratti - ha detto Panini- che tenta di isolare la Cgil". Panini parla di un 45% di adesioni in tutta Italia, di 2347 scuole completamente chiuse e quel che più conta si tratta di adesioni omogenee, sia per quanto riguarda i vari ordini scolastici, sia per quanto riguarda Nord, Centro e Sud. Panini ricorda almeno 40 istituti a Roma completamente chiusi, altrettanto in Lombardia, in Toscana e in Emilia Romagna, dove le percentuali di adesione sarebbero bulgare. Nessuna stima invece da Cisl e Uil che scioperavano solo per un'ora contro il mancato recupero del differenziale di inflazione.

Per il Ministero dell'Istruzione invece ha scioperato il 16,8%, ovvero 65.061 dipendenti, mentre per la prima ora hanno scioperato in 10.772, con una percentuale del 3,44%. Le scuole rilevate dal Ministero sono però solo 4348 su 10823. I dati diffusi dal ministero "sono riferiti ad una situazione molto parziale e non includono le scuole chiuse per l'adesione totale allo sciopero - afferma ancora Panini in riferimento ai dati di adesione allo sciopero dell'intera giornata diffusi dal ministero dell'Istruzione.
La Cgil Scuola ha invece confermato "un'alta partecipazione" allo sciopero proclamato per l'intera giornata di oggi, che si attesta sul "44,3% di adesione". Fra le province con i risultati più alti, sottolinea Panini, "spicca Firenze con il 56,8% di adesione (dati del Provveditorato agli
studi)". "Anche chi è interessato a negare l'evidenza dei fatti - ha commentato il leader della Cgil Scuola - non può non registrare la forte riuscita del nostro sciopero e la forte determinazione dei lavoratori della scuola nel respingere qualsiasi ipotesi di privatizzazione dell'istruzione. Lavoreremo nei prossimi giorni - ha concluso Panini - per ricostruire un'unità confederale in grado di dare alla scuola pubblica
italiana la centralità della quale il Paese ha bisogno".

Allo sciopero di oggi, quello dello strappo tra Cgil e Cisl-Uil, hanno aderito anche l'Unicobas, i Cub, l'Usi-Ait e il Cip, il Comitato insegnanti precari. Stefano d'Errico, leader dell'Unicobas ha parlato "di un bellissimo momento unitario". Davanti al Ministero dell'Istruzione a Roma si sono ritrovate non più di cinquecento persone, tra le quali molti studenti, tormentate da una pioggia che a tratti si è fatta torrenziale. Molti gli slogan e gli striscioni contro la Moratti accusata di riportare indietro la scuola, al tempo della divisione tra scuole professionali di serie B e licei di serie A. Ma anche contro il governo che taglia 2.000 miliardi alla scuola proprio mentre ne spende altrettanti per andare in guerra, contro la stesura da parte di una commissione del codice deontologico degli insegnati, commissione di cui farà parte il Cardinal Tonini, contro i regali alle scuole private e contro l'esame di maturità che favorisce i diplomifici privati.

Gli insegnanti scesi in piazza chiedono 'più investimenti e non reinvestimenti come sta facendo la Moratti" dice Panini, chiedono un salario europeo, 'e non le 50.000 lire medie lorde di aumento quando dal resto d'Europa ci separa almeno un milione netto" aggiunge d'Errico, chiedono organici funzionali, statali e onnicomprensivi, e formazione permanente.

Secondo Massimo di Menna, leader della Uil Scuola invece è stata una giornata negativa. Di Menna non fa stime sulla percentuale di adesione allo sciopero dei suoi iscritti, "perché disaggregare chi ha scioperato solo un'ora è difficile. Ma - dichiara - sicuramente ha scioperato molta meno gente dello scorso anno quando Cgil Cisl e Uil scesero in piazza insieme contro la Finanziaria di Amato". Secondo Di Menna lo sciopero dello strappo è dovuto a una reale mancanza di volontà da parte della Cgil di discutere sul merito delle questioni. "Lo scorso anno abbiamo passato due giorni e due notti a cercare di trovare una posizione unitaria sulla finanziaria, quest'anno la Cgil ha voluto chiudere subito il discorso e io ripeto che il merito delle questioni non giustificava lo sciopero perché tutte le nostre richieste sono state accolte dalla Moratti. Adesso si tratta di recuperare la nostra unità - spiega Di Menna - a cominciare dal tavolo sugli investimenti pluriennali che si aprirà con il governo il 28 novembre, ma certo se la Cgil continua a chiedere 10.000 miliardi di investimenti e un aumento del 20% dello stipendio dei professori allora sarà difficile ritrovare la perduta unità. Con Panini -conclude Di Menna - non ci parliamo dal giorno dell'ultimo incontro con la Moratti, il 25 ottobre, e mi pare che sia proprio un record". All'orizzonte si profila un altro evento storico, un contratto collettivo senza la firma della Cgil.


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