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Il mondo all’incontrario di Anvur

In un intervista incrociata, pubblicata sul Corriere della Sera, il matematico Giuseppe Mingione e l’economista, membro del Consiglio Direttivo di Anvur, Daniele Checchi discutono sulla robustezza e sull’utilità della VQR.

22/03/2017
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ROARS

In un intervista incrociata, pubblicata sul Corriere della Sera, il matematico Giuseppe Mingione e l’economista, membro del Consiglio Direttivo di Anvur, Daniele Checchi discutono sulla robustezza e sull’utilità della VQR.

Mingione sostiene che

«La classifica delle università italiane al top nella ricerca che è stata pubblicata qualche giorno fa dall’Anvur non riflette la vera qualità del lavoro svolto nei vari dipartimenti. I metodi adottati per stilarla premiano la mediocrità e cancellano l’eccellenza»

Per mostrare l’inconsistenza della valutazione della VQR Mingione paragona le classifiche stilate dall’ANVUR con quella del ranking di Leiden. Idea semplice ed efficace poiché il ranking di Leiden si basa solo su dati bibliometrici. Se la classifica VQR e il ranking di Leiden danno risultati molto diversi, come, in effetti, è il caso, ci deve essere una ragione. Secondo Daniele Checchi la ragione è semplice:

«Tutta la procedura di valutazione dell’Anvur è stata concepita fin dall’inizio per fornire al ministero un quadro aggiornato dei punti di forza e di debolezza degli atenei (leggi: per stanare i supposti fannulloni, ndr), non per premiare le eccellenze»

Di parere del tutto diverso il presidente di Anvur Graziosi:

A questo punto ci sorge un dubbio. I membri del CdA Anvur parlano tra loro? Hanno una vaga idea di quello che fanno e del perché lo fanno?

Abbiamo discusso altrove il non senso di fare una valutazione massiva dell’università come è la  VQR e il suo costo. Qui vorremmo ricordare che la VQR, che secondo Checchi serve per “stanare i fannulloni” e non “per premiare l’eccellenza” , costa una cifra compresa tra i 30 e 56 milioni all’anno, cioè tra i 120 e i 240 MLN in 4 anni. Al contribuente italiano scovare un fannullone è costato tra gli 82 mila e i 136 mila, a seconda delle stime dei costi che si preferisce adottare.


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