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Il MIUR vuole lanciare i prestiti agli studenti (anche se non sono nel contratto di governo)

Nel primo atto che riguarda l’università, il MIUR lancia il tema dei prestiti agli studenti universitari, di cui non solo non c’è traccia nel contratto di governo, ma che è ritornato periodicamente nei programmi di centrodestra e centrosinistra nello scorso decennio.

07/07/2018
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ROARS

“Vorresti un prestito per pagarti gli studi?” questa la domanda chiave del questionario che servirà all’Autorità di Gestione del Programma Operativo Nazionale Ricerca & Innovazione 2014 – 2020 del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (“MIUR”) “per valutare la possibilità di introdurre uno Strumento Finanziario che metta a disposizione degli studenti prestiti per favorire l’accesso a percorsi di istruzione universitari e post-universitari”. Nel primo atto che riguarda l’università, il MIUR lancia il tema dei prestiti agli studenti universitari, di cui non solo non c’è traccia nel contratto di governo, ma che è ritornato periodicamente nei programmi di centrodestra e centrosinistra nello scorso decennio. Chissà se il sottosegretario Fioramonti ha ricevuto le deleghe, e chissà se si è accorto che altri, qualche burocrate di turno o gli stessi di sempre, stanno indirizzando le politiche universitarie del “governo del cambiamento”.

Se ne sono accorti gli studenti di Link e UDU (ordine alfabetico), che hanno preso posizioni del tutto condivisibili. In questo post le ripubblichiamo integralmente.

Dalla presentazione del questionario apprendiamo che “la Survey è stata progettata e disegnata da PwC per la Banca Europea degli Investimenti”.

La survey è così ben progettata e disegnata che, anziché invitare al boicottaggio, Redazione Roars invita tutti i suoi lettori a partecipare ciascuno più e più volte alla compilazione. Nel farlo ognuno deve sentirsi libero di scegliere ogni volta la sua identità: studentessa di medicina ligure che desidera spostarsi in Toscana, studente di filosofia in Trentino che vuole studiare a Catania, studentessa di biologia in Sicilia che desidera spostarsi in Sardegna. 

Aiutiamo l’Autorità di Gestione del Programma Operativo Nazionale Ricerca & Innovazione, la Banca Europea degli Investimenti e PWC in questa loro importante iniziativa.

Negli ultimi giorni a studenti e studentesse di diverse università è stata recapitato tramite mail un questionario che valuta la possibilità di istituire, da parte del Ministero dell’Istruzione, uno strumento finanziario per erogare prestiti finalizzati all’accesso di tutti i percorsi universitari, meglio noto come “prestito d’onore”.

L’esperienza inglese e americana in tema di prestiti d’onore ci mostra come questi non costituiscano un’agevolazione del percorso formativo, ma al contrario lo opprimono e disincentivano. In America si stima che milioni tra studenti e studentesse hanno contratto tale forma di debito, di cui buona parte si trova nell’impossibilità di saldarlo. L’indebitamento precoce, soprattutto nel contesto di crisi economica e lavorativa italiana, riproduce povertà e disuguaglianze: il tasso di disoccupazione all’interno del nostro Paese, in particolare quella giovanile, e la precarietà rendono impossibile ripagare il debito e costringe prematuramente ad un indebitamento a vita. Singolare che questo strumento sia proposto nelle Regioni del meridione, più povere e in cui vi è meno garanzia del diritto allo studio, all’interno delle quali le condizioni di cui sopra si moltiplicano. E’ quindi veramente giusto che uno studente o una studentessa debba indebitarsi per proseguire gli studi o piuttosto lo Stato dovrebbe garantire il diritto allo studio e la formazione a tutte e tutti?

Quella lanciata dal Ministro leghista Bussetti è una consultazione farsa: una mera operazione politica che non ha il reale obiettivo di ascoltare quelli che sono i reali bisogni degli studenti e delle studentesse del nostro Paese. Infatti, anche nella struttura del questionario, le risposte sono orientate in un’unica direzione.

Boicotta anche tu questo questionario fazioso e senza reale volontà di recepire i bisogni concreti di studenti e studentesse, non compilandolo. Ci chiediamo dove sia finita tutta la volontà di cambiamento da sempre esaltata nel momento in cui non si fanno che riproporre ricette risalenti alla Gelmini, bloccate dalle mobilitazioni studentesche.

Serve immediata chiarezza! E’ ora che il Governo inverta la rotta realmente, investendo, come scritto all’interno del Contratto, nel diritto allo studio e nell’aumento della no tax area nell’orizzonte di un’Università gratuita per tutte e tutti.

COMUNICATO di UDU
 

Molte università hanno diffuso un questionario commissionato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca “per valutare l’opportunità di istituire uno strumento finanziario per erogare prestiti finalizzati all’accesso agli studi universitari”. Si tratterebbe di una misura indirizzata alle Regioni obiettivo del Programma Operativo Nazionale (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia). La “soluzione” alle carenze del diritto allo studio sarebbe quindi indebitare gli studenti, in particolare quelli del SUD dove la disoccupazione giovanile è più grave.
L’UDU invita al boicottaggio della consultazione. Diciamo no al debito studentesco e chiediamo di investire nel diritto allo studio.

Dopo appena un mese dall’insediamento, il Governo Conte, e in particolare il MIUR, mostrano la vera faccia del “cambiamento”: il ritorno alle politiche universitarie del duo Gelmini-Tremonti! A tutti gli studenti di diverse università è stato inviato un questionario per verificare l’opportunità di istituire i prestiti d’onore. Il questionario, la cui elaborazione è stata affidata alla società privata PwC, consiste in un modulo google dalla dubbia serietà scientifica. Il form è compilabile infatti per un numero infinito di volte e da chiunque, quindi anche da chi volesse indirizzarne l’esito. E soprattutto non si richiede alcuna opinione di merito sullo strumento, ma unicamente informazioni utili ad elaborare un’eventuale proposta di prestito d’onore. . Ancora una volta si è deciso, di bypassare il parere degli organi di rappresentanza nazionale  della comunità accademica, primo tra tutti il CNSU. È evidente che Il confronto reale con gli studenti non interessa a questo Ministero.

La risposta al sottofinanziamento pubblico non può essere favorire le banche e ipotecare il futuro dei giovani. Riteniamo poi assurdo che la misura sia pensata in particolare per gli studenti delle Regioni del SUD, le più colpite dalla disoccupazione giovanile, il che renderebbe ancora più difficile liberarsi dal debito contratto per proseguire gli studi. Tutto questo, mentre da parte del Ministro Bussetti non è ancora stata detta una parola rispetto alla necessità di innalzare la no-tax area, abbassare le tasse universitarie e investire i 150 milioni di euro mancanti del finanziamento statale per le borse di studio, che creano la peculiarità tutta italiana degli idonei non beneficiari di borsa di studio. Il disegno della Legge Gelmini era quello di tagliare i finanziamenti all’università, diminuire le borse di studio e far pesare il tutto sulle tasche degli studenti: il disegno si è avverato facendo aumentare le tasse universitarie del 61% in 10 anni (nel 2005 la tassa media a livello nazionale era di €775, dieci anni dopo di €1250) e facendo violare agli atenei i limiti imposti sulla contribuzione, facendo sì che agli studenti vengano scippati 259 milioni di euro l’anno, come dimostrato nelle nostre inchieste riguardanti le tasse universitarie “Sulle nostre spalle” e “Atenei fuorilegge” dello scorso anno.

Negli Stati in cui il prestito d’onore esiste da anni, gli unici attori ad esserne entusiasti sono le banche: negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, dove i prestiti d’onore hanno addirittura sostituito le borse di studio, il debito studentesco ha prodotto povertà, aumentato le disuguaglianze e creato una bolla finanziariatutt’altro che ignorabile, con tutte le conseguenze umane e sociali che sono state evidenziate da ricerche accademiche e da quotidiani internazionali quali il “New York Times” con il celebre articolo “For Poor, Leap to College Often Ends in a Hard Fall”. Se il Ministero pensa di puntare al debito studentesco sotto traccia per non assumersi la responsabilità del finanziamento delle borse di studio, ha sbagliato tutto: noi vogliamo investimenti per l’università e per il diritto allo studio e scenderemo in piazza contro il debito studentesco e ogni ipoteca sul nostro futuro!

Chiediamo l’immediato ritiro, oltre che della proposta, di questo questionario fasullo. E chiediamo agli studenti di boicottarlo in massa finché non sarà ritirato.


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