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Il ministro: Le scuole giustifichino le assenze di chi va a manifestare

Gli istituti sono liberi di decidere in totale autonomia

24/09/2019
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Il Messaggero

 Tutti alla manifestazione per il clima, il ministro Fioramonti chiama a raccolta gli studenti per invitarli in piazza. E chiede alle scuole di non considerarli assenti. 
Venerdì prossimo, quindi, in occasione del terzo Global Strike for Future, gli studenti potranno disertare le lezioni per aderire ad una delle tante manifestazioni locali che prenderanno vita. A deciderlo è stato il ministro all'istruzione Lorenzo Fioramonti che, con una circolare indirizzata alle scuole, chiede di non considerare la giornata di venerdì come un'assenza vera e propria per gli studenti. Nella circolare si legge infatti: «Si invitano i Collegi dei docenti a valutare la possibilità che tale giornata non incida sul numero massimo delle assenze consentite dal monte ore personalizzato degli studenti, stante il valore civico che la manifestazione riveste». Non solo, il ministro chiede anche che l'assenza, motivata con la manifestazione, sia «giustificabile» come le altre assenze: «Invito le scuole - spiega il ministro - a considerare giustificabili le assenze degli studenti occorse per la mobilitazione mondiale contro il cambiamento climatico». Insomma tutti in piazza, come se si stesse in classe. 
Sarà difficile però spere per certo se tutti gli assenti sono in realtà presenti al corteo oppure no. L'ultima parola quindi spetta alle scuole che, ovviamente, in nome della loro autonomia dovranno decidere come comportarsi in vista dello sciopero. In questa settimana di protesta contro i cambiamenti climatici, scenderanno in piazza milioni di giovani in tutto il mondo e la linea adottata dal ministro Fioramonti sembra essere molto vicina a quella intrapresa dal sindaco di Manhattan, Bill De Blasio, che la scorsa settimana ha permesso ai ragazzi di assentarsi da scuola per aderire alla manifestazione mondiale in favore del clima. Lo stesso potrebbe avvenire in Italia. 
MOMENTI DI RIFLESSIONENoi giorni scorsi il ministro ha già inviato una lettera a tutte le scuole per invitarle ad organizzare momenti di riflessione sul tema ambientale con gli studenti, sempre in occasione della settimana di mobilitazione globale per l'ambiente. Mentre sulla facciata del ministero dell'istruzione in viale Trastevere, campeggia uno striscione con su scritto: Istruzione, no estinzione. Slogan a parte, sulla questione delle assenze si schierano favorevoli e contrari, soprattutto sul valore dello sciopero e sull'opportunità o meno per i ragazzi di scendere in piazza piuttosto che approfondire le lezioni sul tema dei cambiamenti climatici proprio in classe, con i docenti a fargli da guida. Sul fronte dei docenti interviene infatti la Uil Scuola che, appoggiando il corteo dei ragazzi, prende le distanze da uno sciopero del corpo insegnanti: «Ben venga un impegno in prima persona da parte degli studenti italiani, è segno di un impegno civico, di presa di coscienza - ha spiegato il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi - ma dichiarare lo sciopero degli insegnanti è altra cosa. Un docente può svolgere un ruolo fondamentale in classe, di sensibilizzazione, preparazione, conoscenza, senza per questo dover utilizzare una leva che per noi ha un valore sindacale simbolico diverso e che si tradurrebbe in un costo, una tassa impropria, non collegabile ad una rivendicazione concreta e esigibile».
Lorena Loiacono


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