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Il ministro Giannini: confermato l’impegno sulle assunzioni

La leader della Cgil, Susanna Camusso, si dice preoccupata che, «andando sempre più in là nel tempo, sia sempre meno credibile l’effettiva stabilizzazione dei precari».

05/03/2015
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Il Messaggero

LE REAZIONI
ROMA Per la riforma della ”Buona Scuola“ il governo ha scelto la via del ddl per un confronto in Parlamento e non quella più rapida del decreto legge. Decisione presa - secondo quanto dice il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini a ”Uno Mattina“ - «di comune accordo con Renzi, per la consapevolezza della complessità e dell’importanza di questo provvedimento». Ma il naturale allungamento dei tempi non può non accentuare l’urgenza e la spinosità del problema riguardante l’assunzione di decine di migliaia di precari che il governo aveva promesso prima dell’inizio dell’anno scolastico 2015-2016. La ministra assicura che saranno rispettati «tutti gli impegni più volte elencati», ma sono i sindacati soprattutto a manifestare il timore che l’annosa questione della stabilizzazione dei precari della scuola vada incontro a un ennesimo nulla di fatto. A questa deprecata eventualità si aggiunge il profilarsi di uno scontro, non nuovo e che divide la stessa maggioranza, tra i sostenitori della scuola di Stato e fautori dell’assistenza all’istruzione paritaria.
La titolare del dicastero di viale Trastevere, augurandosi che il Parlamento «faccia bene ma soprattutto presto, mettendo in grado la scuola di funzionare dal primo settembre con le nuove regole», ribadisce l’obiettivo del governo di «porre fine al fenomeno del precariato». La Giannini afferma che le immissioni in ruolo «dipenderanno dal fabbisogno della scuola, in base anche alle discipline che da potenziare», ma ammette, tuttavia, che «per un periodo molto limitato - l’ultimo a cui si ricorrerà a questo strumento - ci saranno ancora le supplenze annuali», perché serve tempo «per mandare a regime una riforma complessa». Alla collega dell’Istruzione dà manforte il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, secondo il quale «il problema dell’assunzione dei precari va risolto entro settembre. Se è possibile - precisa il ministro - ottenere questo risultato con un voto del Parlamento, benissimo, altrimenti abbiamo altri strumenti e li useremo». Cioè a dire che se alle Camere dovesse prevalere l’ostruzionismo, il governo avrebbe buon gioco a ottenere l’avallo del Quirinale per una decretazione d’urgenza.
E sempre sul tema del precariato cresce l’allarme dei sindacati. La leader della Cgil, Susanna Camusso, si dice preoccupata che, «andando sempre più in là nel tempo, sia sempre meno credibile l’effettiva stabilizzazione dei precari». Per il segretario della Cisl scuola, Francesco Scrima, si è di fronte «alla ennesima fumata nera del governo sui provvedimenti per l’istruzione. Mentre la promessa di mettere in ruolo tutti i precari in graduatoria è sonoramente smentita se, come sembra, si pensa di assumere solo quelli necessari a coprire i posti vacanti e disponibili».
Per una rapida soluzione del problema del precariato si registra l’apertura «alla collaborazione con le altre forze politiche» dei parlamentari M5S, che però sono assai meno in sintonia con «gli sgravi fiscali previsti dal governo per gli istituti paritari: uno schiaffo alle famigli e agli studenti della scuola pubblica che costerà 400 milioni ogni anno». Anche Susanna Camusso attacca il governo che «continua a concedere risorse alle scuole paritarie e private, contraddicendo il dettato costituzionale». A queste posizioni si contrappone un ampio fronte bipartisan favorevole all’ipotesi avanzata dal governo di detrazioni fiscali a favore di chi sceglie la scuola paritaria. 44 parlamentari di maggioranza, a cui se ne uniscono 38 di FI, hanno mandato una lettera a Renzi per sostenere «il diritto alla libertà di scelta educativa delle famiglie». Il mondo cattolico nelle sue varie articolazioni plaude all’impostazione del governo sulle detrazioni. Il direttore della Sir, l’agenzia dei vescovi, Domenico Delle Foglie, parla di «impianto convincente sull’autonomia scolastica con la defiscalizzazione delle rette paritarie». Il sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi (Ncd) parla di sistema scolastico italiano che, «al di là delle ideologie, cammina su due gambe, statale e non statale». A sua volta, il dem Edoardo Patriarca si «sorprende che la Camusso non capisca il ruolo sussidiario fondamentale delle paritarie nel nostro sistema scolastico». Spera, ma non si fida del tutto, ”Famiglia Cristiana” che, sulle misure per le scuole private, si interroga: «E’ un bluff o è #la volta buona?».