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Il miliardo di Renzi arriverà dal taglio delle supplenze?

In parte forse sì. Ma se il risparmio non dovesse verificarsi entrerà in funzione la clausola di salvaguardia e il Miur dovrà trovare i soldi da qualche altra parte.

28/08/2014
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La Tecnica della Scuola

di Reginaldo Palermo

Dopo l’annuncio ormai ufficiale sull’abolizione delle supplenze si incomincia ad intuire qualcosa di più sulla questione delle risorse che il Governo intende destinare alla scuola.
Insomma, da dove potrebbe arrivare il miliardo di euro di cui parla Renzi?
Proviamo a fare qualche ipotesi: intanto ci sarà qualche centinaia di milioni di euro per l’edilizia scolastica (ma non si tratta di denaro “fresco” dal momento che già mesi addietro si era parlato di finanziamenti cospicui – 3 miliardi addirittura – per costruire nuovi edifici e per mettere in sicurezza quelli esistenti).
Poi potrebbero esserci un po’ di fondi già stanziati a suo tempo con il decreto “La scuola riparte” del ministro Carrozza (parte di quegli stanziamenti non sono mai stati spesi, come per esempio i 10milioni per l’aggiornamento dei docenti).
Ma forse la parte più consistente potrebbe arrivare proprio da una revisione della spesa interna del Miur. Il meccanismo potrebbe essere quello già utilizzato in passato: il Miur “garantisce” al MEF che la spesa per le supplenze verrà ridimensionata e ottiene la possibilità di spendere diversamente la somma “risparmiata”.
Come avvenuto negli ultimi anni il MEF risponderà: “Va benissimo, se riducete la spesa per le supplenze di 400milioni di euro potrete usare la stessa somma per le tecnologie e per quello che volete. Ma, attenzione alla clausola di salvaguardia”.
E cioè ?  E’ semplice se alla resa dei conti non ci sarà il risparmio previsto, il Miur sarà costretto in qualche modo a recuperare il mancato risparmio da qualche altra parte. E così, magari, a settembre 2015 si scoprirà che le spese per il funzionamento didattico e amministrativo delle scuole saranno ulteriormente ridotte o che i preannunciati fondi per le tecnologie saranno decurtati e così via.
Senza contare che il Governo potrebbe usare la consueta tecnica dilatoria: ci sarà un miliardo per la scuola, suddiviso in 3-4 “rate” (50milioni nel 2014, 200 nel 2015 e tutto il resto – crisi economica permettendo – nel 2016 e nel 2017).
Ovviamente saremo ben felici se venerdì 29 il premier Renzi dovesse annunciare: “Rinunciamo a una mezza dozzina di F35 e i soldi così risparmiati saranno destinati subito alla scuola”.  Vedremo.


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