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Il Mattino - Sì agli stage in azienda No alle scelte precoci

Sì agli stage in azienda No alle scelte precoci" DANIELA DE CRESCENZO Una nuova scuola? Andiamoci piano. E cerchiamo di capire che cosa ha veramente deciso il governo nella fatidica riunione di v...

06/02/2002
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Il Mattino

Sì agli stage in azienda No alle scelte precoci"
DANIELA DE CRESCENZO
Una nuova scuola? Andiamoci piano. E cerchiamo di capire che cosa ha veramente deciso il governo nella fatidica riunione di venerdì scorso. Punto primo: quella approvata dal Governo non è stata una legge, ma una delega, proprio quella delega che il ministro Moratti aveva giurato e spergiurato di non volere. Ora nell'articolo 1 del testo approvato c'è scritto: "Il Governo è delegato ad emanare entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge...uno o più decreti legislativi per la definizione delle norme generali sull'istruzione". E la decisione viene duramente criticata, tra gli altri, da Ciro Di Francia membro del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione e della segreteria della Cisl-scuola
Del progetto Bertagna è sopravvissuta, sostanzialmente, la divisione tra formazione e istruzione, anche se sono previste delle passerelle. Ed è proprio questa cesura anticipata (si sceglie a 13 anni e mezzo) che secondo l'opposizione riporterebbe il nostro Paese indietro di 50 anni. Forse ai ragazzi andrebbe benissimo anche il salto nel passato se questo procurasse posti di lavoro. Ma l'esperienza insegna che fino ad oggi i corsi regionali sono serviti a pochissimo mentre si sono "sistemati" gli iscritti alle scuole "giuste" quelle che sono riuscite a creare percorsi "forti" culturalmente e con specializzazioni ad hoc disegnate in base alle richieste del mercato del lavoro.
Serve, quindi, al mondo del lavoro questo percorso anticipato? "Noi come Unione Industriali di Napoli abbiamo qualche perplessità, come del resto tutta la Confindustria, sull'idea di scegliere la formazione professionale a 14 anni e di continuare a mantenere la qualifica come livello formativo intermedio", spiega Alfredo Gaetani, amministratore delegato dell'Eurolat, vicepresidente ai rapporti economici dell'Unione di Napoli e incaricato a seguire i problemi della formazione. "Noi temiano che la scelta formativa a quella età possa non essere fatta in piena consapevolezza - spiega Gaetani - Mentre apprezziamo molto il sistema dell'alternanza scuola - lavoro. Questo prevede che anche l'azienda diventi un ambito formativo e su questo terreno stiamo cercando come Unione degli Industriali di Napoli di muoverci in anticipo creando una sorta di banca-dati per la disponibilità dell'industria a organizzare stage qualificati". Gli incerti risultati dei primi corsi per l'obbligo formativo (poche iscrizioni, molti non sono partiti) non scoraggia Gaetani: "La realtà in cui viviamo è piena di quindicenni che vivono nella strada e per questo crediamo nell'importanza dell'obbligo formativo. Si tratta di creare una nuova consapevolezza nei ragazzi e migliorare la struttura dell'offerta e la sua comunicazione. Tutte le volte in cui i giovani vengono a contatto con il mondo del fare si dimostrano avidi di apprendere. I ragazzi non vanno a lavorare perchè vedono l'ingresso in fabbrica come una punizione. Invece lo stage deve diventare un pezzo del percorso formativo".


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