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Il Manifesto - TELEVISIONE - una ministra nel cuore (di Mediaset)

TELEVISIONE Una ministra nel cuore (di Mediaset) NORMA RANGERI "Ipersonaggi di "Cuore" rappresentano la nostra società, con i buoni e i cattivi, i ricchi e i poveri", parola di Letizia Moratti...

08/11/2001
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il manifesto

TELEVISIONE
Una ministra nel cuore (di Mediaset)
NORMA RANGERI

"Ipersonaggi di "Cuore" rappresentano la nostra società, con i buoni e i cattivi, i ricchi e i poveri", parola di Letizia Moratti, esperta del ramo "ricchi e famosi" e ministra della Pubblica Istruzione per hobby. Il suo è un appassionato elogio del celebre romanzo, pronunciato davanti a una folla di ragazzini delle scuole elementari riuniti in un cinema della capitale. E non ci sarebbe niente di male se la scoperta del valore educativo del famoso libro di De Amicis fosse stata ispirata alla Moratti da una personale rivalutazione del popolare filone della nostra letteratura di fine ottocento, così vicina a certi echi patriottici tornati oggi tristemente di moda. In fondo una ministra della pubblica (si fa per dire) istruzione esprime il coté culturale che meglio la rappresenta e se il modello-Moratti è quello della maestrina dalla penna rossa va bene così, al peggio i ragazzini precettatti per assistere alle sue esternazioni ci avranno guadagnato un pomeriggio di festa e pop-corn. L'argomento si potrebbe archiviare nella defunta (e mai abbastanza rimpianta) rubrichiana del "chi se ne frega" di "Cuore" (non il romanzo dei buoni sentimenti, ma il famoso giornale satirico dei cattivi pensieri).
Il fatto è che a ispirare l'anima bella della ministra è stata, molto più prosaicamente, la presentazione della nuova fiction di Canale5, in onda da domenica prossima per sedici puntate. Una produzione kolossal di Mediatrade (la società del Biscione diretta da Maurizio Costanzo), un prodotto su cui la tv di Berlusconi punta molto per vincere la battaglia d'autunno contro la Rai.
E infatti, all'anteprima delle due puntate (per questo erano stati convocati gli alunni delle elementari) del "Cuore" televisivo, c'erano tutti gli uomini Mediaset, tra i quali, oltre a Maurizio Costanzo, l'amministratore delegato della società, Roberto Pace, secondo il quale la riproposizione di "Cuore" è un atto di benefico revisionismo verso le ideologie degli anni '70 quando, malati di "materialismo dialettico", ci "si vergnognava dei sentimenti, preferendo Brecht alla letteratura italiana". Insomma ai nostri giovani studenti è meglio consigliare "Cuore" che "Porci con le Ali".
Ammesso e non concesso che si debba tornare alla piccola vedetta lombarda (meglio le guerre di Indipendenza che quelle mondiali), e dotte analisi di letteratura comparata a parte, siamo nel bel mezzo di un delirio di interessi, con una ministra berlusconiana che occupa il suo tempo andando in giro a sponsorizzare le fiction della casa (madre) delle libertà col sorriso sulle labbra ("...e l'infame sorrise").


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