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Il Manifesto - Pubblica distruzione

Pubblica distruzione Scuola, il governo vara la legge Moratti: abolita la riforma dei cicli, si torna al passato e si cancella di fatto l'innalzamento dell'obbligo scolastico. Maggioranza divisa, sin...

02/02/2002
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il manifesto

Pubblica distruzione
Scuola, il governo vara la legge Moratti: abolita la riforma dei cicli, si torna al passato e si cancella di fatto l'innalzamento dell'obbligo scolastico. Maggioranza divisa, sindacati all'attacco
Scuola pubblica e scuola dell'obbligo, addio. Il consiglio dei ministri ha varato ieri la riforma della scuola targata Berlusconi-Moratti che cancella con un tratto di penna il riordino dei cicli che l'Ulivo non è neanche riuscito ad avviare: un'opera che il cavaliere paragona con qualche nostalgia a quella di Giovanni Gentile e che sarà attuata attraverso la delega al governo.
In apparenza la riforma del centrodestra mantiene immutata l'attuale articolazione del sistema scolastico: cinque anni di elementari, tre di medie e cinque di istruzione secondaria; durerà invece quattro anni la formazione professionale, e servirà un anno integrativo per accedere agli studi universitari. Ma in sostanza la rifora Berlusconi-Moratti smantella la scuola pubblica e la sua funzione. Viene infatti stabilito che lo stato garantirà solo i "livelli essenziali" delle prestazioni: significa che solo le famiglie che hanno maggiori possibilità economiche e culturali potranno effettivamente garantire ai propri figli i livelli più alti di istruzione. Significa cioè la progressiva dequalificazione dell'istruzione pubblica a tutto vantaggio delle scuole di élite private.
La riforma cancella di fatto anche l'innalzamento dell'obbligo scolastico varato nel gennaio del 1999. Mantenendo inalterata l'articolazione degli studi, infatti, perdono completamente significato gli ultimi anni di obbligo scolastico. E' proprio quello che vuole in governo: la liberalizzazione totale. Tant'è che la riforma inventa anche un nuovo canale di formazione: l'"alternanza scuola-lavoro" dopo i 15 anni, al completo servizio delle imprese, senza coinvolgimento dei sindacati e al di fuori di qualsiasi tutela.
L'Ulivo promette battaglia contro la riforma restauratrice. E anche i sindacati muovono all'attacco. Lo stesso centrodestra, però, è diviso sul progetto: soprattutto i centristi chiedono miglioramenti in parlamento.


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