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Il Manifesto-La ritirata degli Stati generali

La ritirata degli Stati generali IAIA VANTAGGIATO Decisione saggia e ponderata? Di più, responsabile e presa per tempo: come altro si può definire la scelta del governo di trasferire gli stati...

18/12/2001
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il manifesto

La ritirata degli Stati generali
IAIA VANTAGGIATO

Decisione saggia e ponderata? Di più, responsabile e presa per tempo: come altro si può definire la scelta del governo di trasferire gli stati generali della scuola da Foligno a Roma a meno di 48 ore dal loro inizio? Una vittoria del buon senso, commenta qualcuno: "Abbiamo sempre detto - ha dichiarato la presidente della regione umbra Lorenzetti - che non vi erano le condizioni per garantire in piena sicurezza lo svolgimento a Foligno degli stati generali". Anche perché, non perde l'occasione di puntualizzare, il governo aveva deciso unilateralmente e senza nessun coinvolgimento delle istituzioni regionali e locali. Concordi si dichiarano i parlamentari umbri dell'Ulivo Pierluigi Castellani e Marina Sereni.
Immediata la replica del ministero dell'istruzione che - in un comunicato - puntualizza fiero: è un modo per "ridurre il disagio degli invitati". E assicura: il calendario dei lavori resta inalterato. Quali lavori? Sarà una sorpresa anche per i suddetti invitati cui è stato recapitato un programma quantomeno sui generis: nessun riferimento a previsti interventi-discussioni-dibattiti quanto piuttosto un dettagliato orario ferroviario della tratta Roma-Foligno. Poco male: tornerà utile per le scampagnate primaverili. Basta aspettare il disgelo.
Per ora di certo (ma sarà vero?) c'è solo l'appuntamento fissato per domani al Palazzo dei congressi dell'Eur: apertura dei lavori alle 9.30. Chiusura prevista per le 13.30 di giovedì. Commenta soddisfatta Valentina Aprea, "il luogo non ha una importanza fondamentale. Gli stati generali si faranno, nonostante i 'corvi'". Ora, a parte il linguaggio che poco si addice a una sottosegretaria dell'istruzione, ci si chiede il perché della passata ostinazione. Nonostante le defezioni di assessori regionali e consiglieri comunali, le proteste di studenti e movimento no-global, le preoccupazioni espresse da prefettura e questura di Perugia, le lamentale del sindaco di Foligno e della popolazione locale.
Tanto rumore per nulla? No, perché dall'inutile performance di viale Trastevere l'immagine del governo esce malridotta. "Lo spostamento degli stati generali a Roma - ha affermato per il Prc Titti De Simone - rappresenta già un primo successo della mobilitazione contro la riforma Moratti". Una riforma, prosegue De Simone, che va verso il drastico smantellamento della scuola pubblica, peraltro confermato dalla finanziaria: 2.000 miliardi di finanziamenti in meno per i prossimi tre anni. A farne le spese saranno soprattutto gli insegnanti. Critici anche i parlamentari Ds della commissione cultura di Camera e Senato: la manifestazione resta un fatto tutto mediatico, "pura pubblicità" e definiscono il progetto degli stati generali "confuso e per certi aspetti misterioso". Per la Cgil scuola - che conferma la manifestazione del 19 a Perugia - si tratta di una vera "ritirata organizzativa" che "non nasconde le crescenti difficoltà anche interne alla stessa maggioranza di governo". Il coro pare piuttosto unanime. Enzo Carra, responsabile scuola della Margherita, si augura che il ripensamento determinato "da errori di valutazione e di superficialità" conduca almeno il ministero a una riflessione più generale. Persino la Uil - finora pacata nei sui rapporti con la ministra-manager - concorda: "Il cambiamento della sede non cambia la sostanza. Il problema è capire a cosa servono gli Stati generali". E il suo segretario Massimo Di Menna conferma dubbi diffusi: "A poco più di un giorno dall'avvio ancora non si sa chi deve parlare e chi ascoltare". Per l'Unicobas si tratta "di una pessima organizzazione pari solo alla proposta di riforma". Ma il ministero non si dà per vinto: ridotti i problemi logistici, continua la nota, ci sarà più spazio per discutere ciò che sta a cuore a docenti, studenti e famiglie: per esempio, "l'innalzamento dei nostri studi ai livelli degli altri Paesi dell'Unione europea". Ma scordatevi l'equiparazione degli stipendi.