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Il Manifesto-Il papa apprezza e benedice la "scuola" di Storace

Il papa apprezza e benedice la "scuola" di Storace Accogliendo i governatori in Vaticano, Wojtyla torna a parlare di centralità della famiglia e del mondo scolastico TI. BAR. Storace pri...

30/11/2001
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il manifesto

Il papa apprezza e benedice la "scuola" di Storace
Accogliendo i governatori in Vaticano, Wojtyla torna a parlare di centralità della famiglia e del mondo scolastico
TI. BAR.

Storace prima del papa. Almeno a sentire le parole, per la verità non originali, dette dal santo pontefice durante l'incontro con i presidenti delle regioni nostrane. Un modo per benedire la santa legge sulla soggettività dell'embrione e sulle agevolazioni alle famiglie unite da matrimonio, votata due giorni fa alla regione Lazio.
"Particolare attenzione - sottolinea Wojtyla - prestate alla famiglia, il cui ruolo è fondamentale. Agevolate la formazione del nucleo familiare. Penso tra l'altro alle attese delle giovani coppie, alle difficoltà connesse con il lavoro e la casa che spesso ritardano di molto il matrimonio e il formarsi della famiglia". Niente di nuovo che la vecchia formula, in cui la famiglia è al centro di tutto, quindi. Formula estremamente gradita a molti dei presenti, appunto. A parte il giusto premio che Storace incassa con una sorriso smagliante a proposito della questione famiglia ("in questo senso con la legge di due giorni fa stiamo già dando una risposta"), in diversi esprimono la loro reverenza. Il presidente della conferenza delle regioni Enzo Ghigo ricorda la necessità che vada raccolta la sollecitazione del papa per "l'improrogabile svolta che consideri la famiglia al centro della società", e ancora il governatore della Puglia, Fitto, tiene a evidenziare il "richiamo alla famiglia". Meno reverenziale, ma non troppo, il campano Bassolino, colpito dal "richiamo alla centralità della persona umana che deve sottintendere tutta l'attività di governo e istituzionale". Senza parlare dei commenti clericali, che ripropongono il vecchio schema dei cittadini di serie A e B, dove le coppie di fatto diventano anche partiti politici. Per il vescovo di Civitavecchia la legge sulla famiglia "non vuol dire che siano escluse altre leggi per le cosiddette coppie di fatto, che potrebbero per esempio essere considerate come nuove formazioni sociali in una nuova interpretazione dell'articolo 2 della costituzione che tutela i diritti fondamentali di ogni uomo sia singolo che associato".
Famiglia e scuola a parte (per il papa "le competenze statali e regionali vanno orientate a garantire la libertà delle scelte educative di ogni famiglia"), in verità la realtà più inquietante del discorso di ieri è l'incursione vaticana negli affari politici italiani. Incursione però ormai entrata nella quotidianità italiana, tanto da non suscitare neppure più alcuna polemica. Per esempio, perché il pontefice parla di federalismo e dell'occasione che esso esprime per "ripensare le istituzioni pubbliche nella loro struttura e nei rapporti con le comunità locali che esse rappresentano"? Sono imbarazzanti i commenti di chi proclama un "papa federalista", come fa il presidente toscano Martini, ma ancora più imbarazzanti restano i silenzi di una parte della cosiddetta sinistra che alle parole del pontefice si continua a inchinare.