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Il Manifesto-Cinquantamila in piazza per la manifestazione indetta dai Cobas scuola

La protesta del Quarto Stato Cinquantamila in piazza per la manifestazione indetta dai Cobas scuola IAIA VANTAGGIATO Lavoratori, studenti, precari e disoccupati. Circa cinquantamila persone han...

16/12/2001
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il manifesto

La protesta del Quarto Stato
Cinquantamila in piazza per la manifestazione indetta dai Cobas scuola
IAIA VANTAGGIATO

Lavoratori, studenti, precari e disoccupati. Circa cinquantamila persone hanno sfilato, ieri a Roma, nel corso della manifestazione indetta dai Cobas scuola. Robusta la partecipazione dei diversi comparti del pubblico impiego - tra gli altri, trasporti, sanità, telecomunicazioni, ricerca - ma anche del settore privato. Molti i nomi "importanti" - Telecom, Enel, Fiat, Valtour - ma numerosi anche quelli anonimi come "La Fiorita", piccola azienda tarantina di pulizie. Una manifestazione classista si sarebbe detto una volta. Di ricomposizione, si preferisce oggi. Ma il senso è lo stesso. Pochi i social forum in corteo, forse perché impegnati in altre piazze italiane (manifestazioni si sono tenute un po' dovunque); quanto ai centri sociali, va dato atto ai compagni del Godzilla di Livorno di essere stati gli unici ad approdare a Roma sfidando nevi e temperature polari.
"Oltre alla nutritissima partecipazione - ha commentato Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas - l'altro elemento assolutamente positivo è stato il delinearsi di un fronte unitario che combatte contro la guerra sociale, economica e militare del governo Berlusconi". La lotta contro la privatizzazione della scuola, della sanità e delle altre strutture pubbliche si è intrecciata, ieri, con il rifiuto netto della libertà di licenziamento e della precarizzazione. E al no deciso nei confronti della revisione dell'articolo 18 e del Libro Bianco che toglie ogni diritto al lavoro dipendente si è legata la difesa dei migranti "contro la legge ultrarazzista di Bossi e Fini", l'opposizione alla finanziaria di guerra "che migra per il mondo seminando morte e distruzione sotto la guida americana". Una catena di proteste, un unico linguaggio.
Questo il senso dello striscione che ha aperto il corteo: "Fermiamo la guerra, fermiamo la Moratti". E facciamolo, soli fra tutti, per le strade, lontani dai conforti alberghieri, al riparo dalle suggestioni in stile "convention". Va detto: i Cobas - a Trieste, Milano, Palermo, Genova, Bologna, Roma - sono stati gli unici a scendere in piazza. E - tra i lavoratori della scuola - gli unici a scioperare per l'intera giornata. Forse è per questo che le adesioni raccolte sono state così numerose e che sotto il loro ombrello si siano sentiti autorizzati a manifestare docenti sciolti, studenti di numerosissimi istituti superiori, il coordinamento nazionale delle Rsu, i lavoratori socialmente utili, l'Attac di Roma, piccoli e poco visibili sindacati di base (come il Si. Può, Sindacato personale universitario organizzato), ricercatori. "Il progetto di privatizzazione della ricerca e della scienza - dichiarano alcuni ricercatori dell'Enea - si esplica con una finanziaria voluta dal governo su precise indicazioni della Confindustria che da anni utilizza gli enti publici come serbatoio di competenze da utilizzare nel privato". Non è difficile intuire come la trasformazione degli enti in fondazioni vada precisamente in questa direzione.
Oggetto della protesta dei Cobas scuola, la riforma proposta dalla commissione Bertagna: "no" al taglio di un anno alle superiori, alla diminuzione dell'orario di lezione, alla cancellazione del tempo pieno e del valore legale del titolo di studio. Inaccettabili anche l'imposizione di scegliere a 11 anni tra formazione e istruzione professionale, il ritorno dell'insegnante unico nelle elementari e il ripristino del voto di condotta.
Molto più in là sarebbe andato nel pomeriggio il parlamento con l'approvazione della finanziaria della scuola e del famigerato articolo 17. Appuntamento a Foligno, allora, per dire - con Bernocchi - che quelli "Non sono stati generali della scuola pubblica ma stati particolarissimi di quella privata".


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