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Il lavoro è già sparito dall'intesa firmata da Di Maio e Giuliano

Il protocollo mise-miur anticipa la riforma della manovra

27/11/2018
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ItaliaOggi

Emanuela Micucci

Prima di tutto bandire la parola lavoro. Da subito. Prima dell'approvazione della legge di Bilancio che dovrebbe cambiare il nome dell'alternanza scuola-lavoro in percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento. Per il resto, il protocollo siglato tra Miur e Mise lo scorso 19 novembre all'iti Barsanti di Pomigliano d'Arco ricalca quasi alla lettera i testi delle precedenti intese nazionali sull'alternanza firmate dal Miur negli ultimi anni. Tuttavia, a una lettura più attenta, i due dicasteri nel testo sottoscritto dal ministro dello sviluppo economico Luigi Di Maio e dal sottosegretario all'istruzione Salvatore Giuliano, sembrerebbero rivelare altre intenzioni del governo M5S-Lega: non attuare affatto la legge 107/2015 con riferimento all'alternanza scuola-lavoro che questa norma ha reso curricolare per il triennio delle superiori. Sebbene, presentando il documento, tutti i rappresentanti di Miur e Mise avessero ripetuto che si tratta di un'intesa sull'alternanza di qualità.

Rispetto ai precedenti protocolli, infatti, questo Miur-Mise vede cassati due passaggi importanti: nelle premesse è stata tolta la frase in cui si dichiara che il Miur «promuove l'esperienza formativa dell'alternanza scuola lavoro in quanto rappresenta uno dei punti di maggiore rilievo della legge n. 107/2015», nell'art. 1 dell'intesa tra gli obiettivi di Miur e Mise eliminato il «dare attuazione alla legge n. 107/2015, con riferimento all'alternanza scuola lavoro prevista dall'articolo 1, commi 33 e seguenti», finora presente nei precedenti protocolli del ministero dell'istruzione. Di fatto, alternanza e legge 107/2015 restano nell'elenco delle norme viste per definire l'intesa e nel Registro nazionale per l'alternanza scuola-lavoro a cui il Mise si impegna di promuovere l'iscrizione delle strutture che svolgeranno i percorsi. Ma di quali percorsi si parla veramente nel protocollo?

Tolte dal testo le parole lavoro e alternanza, sostituite con perifrasi generiche, vaghe e poco chiare, diventa complicato capire come saranno. «Percorsi formativi» la definizione che più ricorre nel protocollo. Con diverse specificazioni: «Iniziative formative negli ambienti operativi, intese come progetti formativi per le scuole volti a consolidare l'apprendimento fondato sul saper fare e l'orientamento dei giovani»; «percorsi per l'apprendimento al di fuori dell'ambiente scolastico»; «progetti formativi di qualità che li mettano (gli studenti, ndr) in grado di acquisire competenze tecnico-professionali, relazionali e manageriali utili alla loro futura occupabilità». Prendiamo come confronto il protocollo Miur-Amira (associazione maitres italiani, ristoranti e alberghi) siglato il 24 maggio scorso. Prima novità subito nel titolo dell'intesa: da «Rafforzare il rapporto tra scuola e mondo del lavoro» a «Rafforzare le competenze dei giovani per il loro orientamento e la futura occupabilità». Non ci si propone più di «rafforzare il raccordo tra scuola e mondo del lavoro» ma tra «scuola e territorio», anche se poi l'obiettivo finale resta lo stesso


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