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Il governo punta sulla meritocrazia e meno sulle carriere per anzianità

Ieri l’incontroRenzi-Giannini sulle linee guida

02/09/2014
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La Stampa

Lorenzo Vendemiale

L’ultima rifinitura prima del l’appuntamento decisivo, ancor più atteso dopo l’improvviso rinvio della settimana scorsa. Matteo Renzi ha incontrato Stefania Giannini per definire i dettagli della riforma della scuola. Verrà annunciata domani, probabilmente sul nuovo sito dei «Millegiorni », senza conferenza stampa (anche se qualcosa potrebbe essere organizzato all’ultimo momento). Come sottolineato dal premier, il pacchetto «è pronto da tempo» grazie a «mesi di lavoro comune». Il vertice a Palazzo Chigi è servito allora per chiarire gli ultimi punti della presentazione (la Giannini mercoledì dovrebbe essere a Bruxelles). E un po’ anche per mettere a tacere le voci sui presunti dissapori tra i due: dopo il mancato incontro della settimana scorsa, la Giannini era stata inclusa nella lista dei ministri in bilico in caso di rimpasto. Eventualità già smentita ma non del tutto archiviata (anche se non sarebbe stata discussa ieri). Non c’è ancora un provvedimento vero e proprio da illustrare, piuttosto quattro-cinque linee guida su cui orientare il lavoro dei prossimi mesi. Subito – ha spiegato Davide Faraone, responsabile istruzione del Partito Democratico – partirà «una grande consultazione con tutti i soggetti del la scuola ». Poi comincerà la partita delle coperture, da definire nell’ambito della Legge di stabilità: il governo si è impegnato per un miliardo di euro, ma col Tesoro per il momento non c’è stato un vero confronto. L’attesa maggiore è per il piano di immissioni in ruolo, che dovrebbe coinvolgere direttamente circa 100mila insegnanti da assumere, e indirettamente tutti i 500mila precari iscritti nelle graduatorie, con un superamento dell’attuale sistema di supplenze. È la misura più impegnativa anche dal punto di vista economico: il Ministero spende già il 70% del suo bilancio per gli stipendi del personale; e sulla realizzazione del progetto pesano diverse incognite. Ma il sindacato Anief insiste: «L’anno scolastico inizia con un posto su sette scoperto. La stabilizzazione dei precari dev’essere la priorità del governo e va fatta subito». Renzi ha comunque precisato che la riforma «non si articola » su questo. E che «il Paese chiede di valutare il lavoro degli insegnanti». Di sicuro, dunque, si parlerà di revisione dell’attuale contratto, che consentirebbe di introdurre criteri più meritocratici nell’avanzamento di carriera (e forse anche di recuperare risorse). Ma sul tema sindacati e insegnanti hanno sempre fatto le barricate. «Gli scatti di anzianità non si toccano », avverte Rino Di Meglio, dell’associazione di categoria Gilda. Il capitolo docenti dovrebbe chiudersi con la riforma del sostegno ai disabili, con una riorganizzazione quantitativa e qualitativa dell’organico . Il resto riguarderà la didattica. Da una parte più informatica e decisa accelerazione sull’alternanza scuola/lavoro (su cui è arrivato il plauso di Confartigianato: «Giusto valorizzare l’apprendistato)»; dall’altra recupero di materie tagliate in passato, come storia dell’arte e geografia. Tutto nel report «La buona scuola», di cui Renzi ha mostrato in conferenza stampa la copertina: per il contenuto bisognerà attendere ancora 24 ore.


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