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Il Giorno: Cari prof. vi aumento la paga

Silvio: "Cari prof vi aumento la paga" ROMA '#8212; Protagonisti in cerca d'identità. I docenti tra la riforma della scuola e l'attesa dell'avvio delle trattative sul contratto che dovrebbero ...

02/02/2002
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Il Giorno

Silvio: "Cari prof
vi aumento la paga"

ROMA '#8212; Protagonisti in cerca d'identità. I docenti tra la riforma della scuola e l'attesa dell'avvio delle trattative sul contratto che dovrebbero avviarsi a giorni. Tutto questo con uno sfondo: lo sciopero del 15 febbraio del pubblico impiego che ha avuto l'adesione anche dei sindacati della scuola.
Eppure il presidente del consiglio Silvio Berlusconi è fiducioso. "Per quanto riguarda un aumento delle retribuzioni dei docenti '#8212; ha detto ieri '#8212; sono ottimista. Spero ci sia questa possibilità". Possibilista, dunque, il capo del governo che poi torna su un tema a lui caro, la competizione, principio da estendersi anche al comparto dell'istruzione. "Competizione '#8212; ha detto Berlusconi '#8212; nel caso della scuola significherà anche più qualità e un premio maggiore ai docenti migliori che si applicheranno di più". E poi, ancora, competizione tra scuola pubblica e privata. Perchè la competizione "è morale, è giusta in tutti i settori, anche nella scuola".
La protesta dei sindacati
Immediata la risposta del sindacato e in particolare di Alessandro Ameli, coordinatore del Gilda. "Ciò che sfugge al presidente del consiglio '#8212; ha replicato Ameli '#8212; è che nella scuola si lavora in team ed è difficile, nell'interesse degli studenti, creare meccanismi di competizione differenti". Certo, per l'esponente sindacale, non è questo il sistema per costruire carriere. "Le funzioni obiettivo del passato '#8212; ha aggiunto Ameli '#8212; sono state un fallimento assoluto. E' storia già superata".
Carriera a parte e trattative sul contratto ancora da avviare, il corpo docente del futuro dovrà essere formato in maniera diversa, secondo la riforma. E su questo, va detto subito, i sindacati non sono poi così in disaccordo.
Il progetto Moratti prevede che non ci siano più concorsi per avere accesso all'insegnamento e che l'abilitazione sarà data dalle università. Per tutti sarà prevista poi una laurea triennale di base alla quale, per gli aspiranti docenti, si dovrà aggiungere un biennio specialistico.
Le iscrizioni degli aspiranti professori saranno a numero chiuso in rapporto ai posti realmente disponibili nella scuola. A decidere il "fabbisogno" sarà il ministero con una programmazione triennale che dovrà stabilire il numero dei docenti necessari per le diverse discipline. Infine, a coronamento di questo percorso, i candidati dovranno superare un esame che costituirà di fatto l'agognata abilitazione all'insegnamento con immediata immissione nelle graduatorie e possibilità di lavoro, prevede la riforma, entro un anno.
"Accorpamenti selvaggi"
Il piano per la formazione dei docenti, comunque, secondo la Cgil, dovrebbe ridurne drasticamente il numero, fin dal prossimo settembre. Per quella data, secondo Enrico Panini segretario del sindacato scuola, ci saranno 8.500 insegnanti in meno in virtù di quanto stabilito dalla Finanziaria e, tra due anni, saranno addirittura 36.000 le unità interessate. Su questo punto il giudizio fortemente negativo è condiviso anche dalla Cisl. Daniela Colturani parla di tagli che "non tengono conto nè dell'offerta formativa fin qui garantita nè della distribuzione della popolazione scolastica". Ancora più catastrofica l'Unicobas che prevede oltre 56.000 posti in meno in virtù dell'accorpamento delle classi con meno di 25 alunni e la riduzione del tempo pieno alle elementari e del tempo prolungato alle medie.
Silvia Mastrantonio