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Il Corriere della Sera-I partiti fermano il corteo pro-riforma della Moratti

ROMA - Doveva essere una grande manifestazione a sostegno della riforma della scuola. O, meglio, di quella "riforma della riforma" Berlinguer che è l'obiettivo, quasi la missione del ministro dell'...

07/12/2001
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Corriere della sera

ROMA - Doveva essere una grande manifestazione a sostegno della riforma della scuola. O, meglio, di quella "riforma della riforma" Berlinguer che è l'obiettivo, quasi la missione del ministro dell'Istruzione Letizia Moratti. Con i rappresentanti dei partiti di governo in prima fila mescolati a studenti, genitori, intellettuali, rappresentanti di associazioni e scuole private. Tutti impegnati a raccogliere firme per il "diritto" a una nuova riforma della scuola. Insomma, una chiamata di tutte le forze che si sono opposte alla riforma Berlinguer, voluta dal centrosinistra quando era al governo e subito bloccata dalla Moratti. Il copione era già scritto: appuntamento a Roma per il 15 dicembre, a soli quattro giorni dagli Stati generali della scuola organizzati dal ministro dell'Istruzione a Foligno (19 e 20 dicembre) per decidere cosa fare della riforma Berlinguer. Se cambiarla o azzerarla. Doveva essere una grande mobilitazione, quella del 15 dicembre a Roma, ma non lo sarà. I partiti della maggioranza, vuoi per l'approssimarsi del Natale, vuoi per non aprire, dopo lo scontro sulla giustizia, un altro fronte caldo (scuola privata contro scuola pubblica) hanno preferito defilarsi. Anche il ciellino Mario Mauro, responsabile Scuola di Forza Italia, ha invitato alla prudenza chi spingeva sull'acceleratore per evitare - in questa fase - "un muro contro muro". Comunque, a Viale Trastevere, giurano di non saperne nulla. La linea è: se un gruppo d'intellettuali, genitori, studenti e rappresentanti di scuole private hanno deciso di organizzare una raccolta di firme sul diritto a una nuova riforma della scuola italiana, lo hanno fatto di loro iniziativa. Senza alcun collegamento con il ministero. "I partiti non c'entrano - assicura Giuseppe Valditara, responsabile Scuola di Alleanza nazionale -, quello del 15 sarà un incontro promosso da rappresentanti della società civile". Ma Beniamino Brocca, ex sottosegretario alla Pubblica istruzione e responsabile Scuola del Ccd - qualcosa di più la dice: "Primo, siamo sotto Natale e la gente non si mobilita. Secondo, dopo gli stati generali di Foligno toccherà ai partiti della maggioranza concordare alcuni punti fermi e decidere che cosa fare della riforma Berlinguer. La mia opinione è che se si vuole buttare tutto a mare commettiamo lo stesso errore del centrosinistra".
Intanto Letizia Moratti si è buttata anima e corpo nell'organizzazione degli Stati generali di Foligno. Vuole fare le cose in grande. Ha già messo nel carniere la partecipazione del presidente del Consiglio, Berlusconi, e dei ministri Maroni e Marzano. A Viale Trastevere stanno preparando un collegamento in videoconferenza con settemila scuole. Sono attesi migliaia di ragazzi di scuole private. Qualcuno li ha già definiti i "Moratti boys". Ma anche i No global hanno annunciato una loro manifestazione contro la "privatizzazione" della scuola e si teme che la tranquilla Foligno possa trasformarsi, in piccolo, nella Genova del G8.
Nonostante il pressing della Moratti, gli Stati generali registrano alcune defezioni eccellenti. Il ministro ha cercato invano di coinvolgere anche i presidenti di Camera e Senato. Raccontano che Pierferdinando Casini abbia storto il naso. Comunque, ha declinato l'invito perché il 19 dicembre la Camera dei deputati sarà in piena sessione di bilancio. Il presidente del Senato Marcello Pera ha fatto sapere che avrebbe partecipato volentieri, anche perché avrebbe un paio di cose da dire sulla scuola, ma è costretto a restare a Roma. Il 19 dicembre è il giorno in cui arriva al Senato la Finanziaria.

Felice Saulino


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