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Il contratto etico fra il professore e i suoi studenti

Il documento è stato consegnato agli studenti di una classe terza del liceo scientifico Fogazzaro di Vicenza

19/09/2018
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la Repubblica

Enrico Ferro

Potranno raccontare di aver firmato il primo contratto a 17 anni, prima della maggiore età, prima ancora di prendere la patente o di aver espresso il voto nel segreto di un’urna. Il documento è stato consegnato agli studenti di una classe terza del liceo scientifico Fogazzaro di Vicenza, con l’invito a ragionarci, ad accoglierlo in pieno o, in alternativa, a proporre anche qualche modifica.

L’ha concepito il professore di Italiano e Storia. Si chiama Simone Ariot, ha 38 anni e dopo 15 dietro una cattedra ha deciso di mettere nero su bianco 14 regole che toccano argomenti come il rispetto e la convivenza. Un contratto etico, come lo definisce lui stesso, che ogni studente, una volta apposta la propria firma, dovrà rispettare. Al punto 10 si parla dell’abbigliamento: «Posso scegliere lo stile che preferisco, sentendomi rappresentato da un modello estetico o da un altro, ma non mi dimenticherò di essere in uno spazio di formazione. Non confonderò la scuola con una palestra, una piscina, una discoteca. Eviterò quindi pantaloni corti, strappati in modo diffuso, canotte, scollature eccessive o gonne troppo corte, nel rispetto mio e della comunità apprendente».

Al punto 6, invece, si definisce il ruolo del docente: «L’insegnante non è un nemico ma un membro della stessa squadra. È il nostro capitano e ci fornisce i suggerimenti per vincere la partita. La sua vittoria è anche la nostra vittoria. La nostra vittoria è anche la sua».

Simone Ariot confessa di averlo buttato giù di getto, il giorno prima dell’inizio delle lezioni. «Le distanze tra insegnanti, studenti e genitori si sono accorciate moltissimo» spiega il professore. «Sempre più spesso le famiglie credono che la scuola sia un servizio personalizzato. Io, invece, credo nella valenza di regole chiare e condivise con i ragazzi».

La classe a cui è stata consegnata la bozza di accordo è un gruppo nuovo, nato dal ridimensionamento di una sezione troppo numerosa, dall’innesto di alcuni ragazzi bocciati e dall’arrivo di altri da diversi istituti. «Essendo un gruppo completamente nuovo, mi sembrava opportuno fissare alcuni punti che ritengo importanti», puntualizza Simone Ariot. Come il rispetto reciproco (punto 1): «Accetto di accogliere le diversità». La cura dei luoghi (punto 4): «L’aula è patrimonio di tutti, mi impegno a mantenerla pulita». O sul senso di collettività (punto 5): «Mi concentrerò non solo sul mio successo ma sul successo dell’intero gruppo».


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