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Il conto salato del rientro a scuola Servono almeno altri tre miliardi

Sui costi del rientro a scuola a settembre ognuno ha le sue cifre. E tutte hanno un punto in comune: sono molto più alte di quelle promesse dal governo.

09/06/2020
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La Stampa

Flavia amabile
Roma
Sui costi del rientro a scuola a settembre ognuno ha le sue cifre. E tutte hanno un punto in comune: sono molto più alte di quelle promesse dal governo. Il ministero dell'Istruzione ha stanziato 331 milioni per acquistare mascherine, materiale igienico-sanitario, termo scanner, pannelli in plexiglass, kit pronto soccorso, macchinari per pulizie e banchi modulari componibili, piattaforme e strumenti digitali di supporto al recupero delle difficoltà di apprendimento, biglietti per visite guidate virtuali. Sono 38 mila euro in media a istituto. Quanti ne sarebbero necessari, invece?
Il dibattito è aperto ma i costi sono costi. Laura Scalfi membro del Comitato Promotore di Azione con delega alla scuola ha fatto un calcolo approssimativo, come racconta all'Ansa. «Per garantire il piano soft serve, da settembre a dicembre 2020 per costi in sicurezza (mascherine, gel igienizzante, sanificazione, test sierologici per operatori della scuola, visiere per gli studenti o mascherine, sanificazione quotidiana dei locali) una cifra pari a 975 milioni di euro». Vuol dire tre volte di più rispetto a quanto ha finora stanziato dal governo. In uno scenario molto più drastico con necessità di garantire la sicurezza molto più elevate, si arriverebbe anche a 5 miliardi.
Sembrano cifre astronomiche ma ci vuole poco a raggiungerle se si tiene presente che la scuola è un sistema complesso basato su grandi numeri: oltre 8 milioni di studenti e oltre 800mila insegnanti, più di 40mila sedi scolastiche e quasi 370mila classi.
Portare la mascherina in aula per un anno intero costa 100 euro l'anno a persona, vuol dire 800 milioni di euro l'anno per gli studenti e altri 80 milioni per gli insegnanti. Secondoil Codacons si tratterebbe persini di una spesa superiore al miliardo e non è ancora chiaro se è a carico delle famiglie o dello Stato. E poi c'è il personale Ata, oltre 200mila persone, sono altri 20 milioni di euro da prevedere.
Per realizzare gli interventi di adattamento degli istituti per il ritorno in sicurezza si calcolano circa 20 mila euro per istituto, vuol dire 620 milioni in totale e per le strutture in plexiglass almeno altri 600 milioni di euro a meno che le scuole non riescano a ottenere prezzi più favorevoli, ma appare piuttosto difficile con i tempi stretti che si sono creati.
Sarebbero poi necessari almeno altri tre miliardi per assumere il personale docente e Ata necessario per il ritorno in sicurezza. Secondo i calcoli effettuati dalla Cisl servirebbero circa 3,5 miliardi per sdoppiare le classi della scuola primaria e altri 2,5 per la secondaria. Si tratta di un'ipotesi che è stata bocciata dal ministero ma sarà necessario comunque ricorrere a un 10-15% di personale in più secondo le ipotesi formulate dalla Commissione tecnica guidata da Patrizio Bianchi. E quindi si arriva ai tre miliardi come cifra minima necessaria per assicurare una ripartenza a settembre.
La ministra ha promesso altri 4 miliardi ma non ci sono tempi né altre indicazioni concrete su dove e come reperirli e come saranno utilizzati. Durante l'incontro con le parti sociali della scorsa settimana a cui aveva partecipato anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte di fronte ai costi enumerati da province, comuni, regioni insegnanti e presidi, il governo non è stato in grado di fornire risposte concrete.
Ci sono stati momenti in cui il presidente Conte ricordava alle province che avevano già abbastanza risorse e che comunque sarebbe bastato ritinteggiare alcune aule e ci sono stati soprattutto momenti molto tesi durante la discussione.
Da quel momento l'ipotesi più concreta che si sta facendo strada nelle stanze dei protagonisti della ripresa delle scuole a settembre si chiama distanziamento: basterebbe ridurre la distanza di sicurezza richiesta all'interno delle aule per risolvere in pochi istanti il rebus finora irrisolvibile dei costi del rientro in aula a settembre di tutti gli alunni come il governo ha promesso.


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