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Il 5 maggio la buona scuola sciopera

di Pippo Frisone

21/04/2015
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ScuolaOggi

Allo sciopero indetto unitariamente  per il 5 Maggio da Cgil-Cisl-Uil-Snals e Gilda, il capo del governo Renzi ha risposto stizzito: “La scuola non è dei sindacati ma delle famiglie e degli studenti. Non si è mai visto un sindacato che sciopera contro un governo che assume 100mila insegnanti … “.

Alla prima affermazione basterebbe dire a Renzi d’andare  a rileggersi gli art.33-34 della Costituzione, sulla scuola della Repubblica e sulla libertà d’insegnamento.

Quanto alla seconda affermazione, non si è mai visto in Europa il leader di un grande partito sedicente di sinistra, ricercare lo scontro frontale coi sindacati, delegittimandoli anche sul loro stesso terreno, cioè il lavoro.

Renzi come Berlusconi sette anni fa ,  è riuscito a ricompattare contro il ddl sulla Buona Scuola tutto il fronte sindacale.

Un sindacato umiliato, messo all’angolo dal governo ma forte del mandato di oltre il 70% dei lavoratori alle recenti elezioni delle RSU, ha ritrovato la forza di rialzare la testa , proclamando per il 5 maggio uno sciopero generale di tutto il comparto scuola. Uno sciopero  non contro le 100mila assunzioni come vorrebbe far credere Renzi ma contro  i rischi d’una deriva autoritaria, contro la scuola-azienda , contro l’uomo – solo- al comando, promosso prima sceriffo poi sindaco ora anche allenatore che sceglie la squadra da mandare in campo e i giocatori da premiare o punire.!              E’ la fine della gestione sociale, dei decreti delegati del ‘74, degli organi collegiali ridotti a vuoti contenitori, privati d’ogni potere decisionale.

Quanto è distante la Buona Scuola di Renzi da quella buona scuola anzi ottima che Calamandrei  aveva in mente nel 1950 e oggi più che mai attuale e illuminante.

“La scuola pubblica è il prius,  quella privata il posterius. Per aversi una buona scuola privata bisogna che quella dello Stato sia ottima. La scuola di Stato, la scuola democratica è una scuola che ha un carattere unitario, è la scuola di tutti, crea cittadini non crea né cattolici, né protestanti  né marxisti…Non è la scuola d’una filosofia, d’una religione, di un partito, di una setta….

….Perchè per rovinare le scuole di Stato, lasciare che vadano in malora e favorire le scuole private si fa in fretta. Basta impoverire i bilanci, ignorare i loro bisogni mentre alle scuole private basta attenuare la vigilanza e continuare a finanziarle in barba al divieto costituzionale.

Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina….”

No, lo sciopero del 5 Maggio non è, caro Presidente del Consiglio, contro le 100mila assunzioni .

E’ contro l’idea di scuola autoritaria e antidemocratica che c’è nel ddl . E’ contro le 13 deleghe al governo  e come se non bastasse anche quella in bianco per riscrivere il T.U. n.297/94 !!

E’ contro lo scippo delle materie contrattuali, dalla carriera alla mobilità !

E’ contro l’ammazzaprecari, non più da assumere come da sentenza europea ma da licenziare dopo 36 mesi di precariato!

La scuola va trattata come un organo costituzionale, diceva Calamandrei,  e la sua riforma non può essere affrontata come una leggina qualsiasi, a tappe forzate, in meno di un mese dai due rami dal Parlamento! La scuola rimane un organismo complesso e non è equiparabile a un ufficio pubblico qualsiasi. Al suo interno operano organi collegiali che vanno mantenuti a tutela della libertà d’insegnamento e della stessa autonomia che ha assunto col referendum rilievo costituzionale.       La scuola è la linfa vitale di quel che ancora resta della nostra democrazia .E’ la scuola che  forma la futura classe dirigente del nostro Paese, quelli che domani andranno in Parlamento e ci governeranno.

Si stralci dunque il piano di assunzione e stabilizzazione dei precari e si dia immediata attuazione con un decreto-legge. Si dia al Parlamento tutto il tempo necessario per approfondire ed emendare  il ddl, per sentire gli esperti, i sindacati, quanti vivono e lavorano dentro la scuola, tenendosi alla larga dagli apprendisti stregoni e improvvisati cuochi di bassa cucina.

Si restituiscano alla contrattazione tutte le materie scippate col ddl.

La riforma della scuola non è e non dev’essere un’altra medaglietta da mettere al petto del presidente del consiglio né può essere una delega permanente al Governo.

Per tutti questi motivi, i sindacati finalmente uniti, han scelto d’innalzare il livello dello scontro.

Lo sciopero del 5 Maggio ci dirà se ripartirà il dialogo sociale oppure se quella imboccata dal governo sarà una strada  senza ritorno!


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