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Il 20% delle scuole senza preside

I titolari, privi di vicari, costretti a fare la spola tra più sedi. Avvio del nuovo anno scolastico nel caos: mancano anche i dirigenti amministrativi

01/09/2015
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ItaliaOggi

Giorgio Candeloro

Ottomila e cinquecento. Tante sono le scuole italiane di ogni ordine e grado. Con la Buona scuola divenuta ormai legge, dal 1 settembre ciascuna di esse dovrebbe disporre di un dirigente- manager dotato di nuovi ed ampi poteri e di un adeguato staff di collaboratori, in grado di supportarlo e condividerne i nuovi carichi di lavoro. Le cose però non stanno andando esattamente così e l'anno scolastico 2015-16 sta iniziando, se non proprio nel caos, almeno con notevoli problemi: in molti istituti, infatti, sono proprio i dirigenti a mancare. Secondo dati diffusi dall'Anief nei giorni scorsi le scuole con sede dirigenziale vacante sarebbero addirittura 1700, ovvero il 20% del totale. Ma non basta, perché moltissime di quest mancano anche della fondamentale figura del Dirigente dei servizi generali e amministrativi, profilo professionale per il quale si attende da anni il bando di un concorso.

Quanto ai presidi, a dire la verità, ci sarebbero anche: i tanti vincitori di concorso del 2011 rimasti al palo per via delle presunte irregolarità amministrative e dei ricorsi seguiti alle prove in molte regioni. Per alcuni di essi, 336 per la precisione, l'ultimo consiglio dei ministri di agosto ha dato il via libera alle assunzioni. Per tantissimi altri, però, continuano i ricorsi e controricorsi nei vari tribunali e la nomina appare molto lontana. Se il problema della mancanza del dirigente colpisce mediamente una scuola su cinque (con il conseguente balletto di reggenze, che porterà i presidi di scuole vicine a gestire popolazioni studentesche a volte di diverse migliaia di alunni), tutte le scuole d'Italia, a partire dal 1 settembre, sono prive del vicario, la tradizionale figura del vicepreside, a cui la legge di stabilità 2015 ha sottratto la possibilità di esonero parziale dall'insegnamento.

Andati a vuoto i tentativi - sollecitati dalle organizzazioni di categoria della dirigenza- di introdurre provvedi mementi legislativi d'urgenza per superare la norma della ex finanziaria, l'anno scolastico sta iniziando con i presidi costretti a fare la spola tra i vari plessi e sezioni staccate di cui spesso si compongono le loro scuole. È il caso di ricordare che le sedi scolastiche italiane, intese in senso fisico, sono oltre 41.000. In effetti un bel numero da governare per dirigenti privati del contributo dei loro vice. Come ItaliaOggi ha sottolineato nel numero scorso, questa situazione non sarà risolta col ricorso all'organico dell'autonomia istituito dalla Buona scuola: è vero infatti che esso prevede, a regime, circa 8000 docenti in più che potrebbero sostituire in cattedra i membri dello staff del preside, ma questi ultimi non potranno comunque ottenere l'esonero, esplicitamente abrogato.

Peraltro gli 8000 saranno effettivamente nelle scuole solo dal 1 luglio 2016, quando i neo immessi con nomina giuridica della fase C delle assunzioni, concluderanno le supplenze annuali che stanno iniziando proprio in questi giorni.


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