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Idea Bussetti, docenti regionali: M5S contrario

In una ampia intervista rilasciata al Corriere della Sera  il ministro dell’istruzione Marco Bussetti, solitamente assai cauto, ha aperto un fronte che potrebbe trasformarsi in un problema per l’attuale maggioranza giallo-verde.

29/10/2018
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Tuttoscuola

In una ampia intervista rilasciata al Corriere della Sera  il ministro dell’istruzione Marco Bussetti, solitamente assai cauto, ha aperto un fronte che potrebbe trasformarsi in un problema per l’attuale maggioranza giallo-verde.

Facendo riferimento alla ipotesi di regionalizzazione dei docenti, contenuta nella bozza di Intesa tra lo Stato e le Regioni Lombardia e Veneto nel quadro della maggiore autonomia richiesta dalle due Regioni a guida leghista anche tramite referendum, il ministro l’ha considerata perfettamente attuabile, visto che “è il modello che esiste già in Trentino”.“L’aspetto positivo – ha aggiunto Bussetti – è che le due regioni promettono di mettere più risorse per gli stipendi degli insegnanti”. Con la riforma ipotizzata il settore dell’Istruzione avrebbe dunque un trattamento simile a quello della Sanità, la cui materia è già di competenza regionale. Questa riforma, secondo Bussetti, porterà “a un modello virtuoso di gestione più capillare delle scuole. Ci potrebbe essere una fase transitoria in cui i professori potrebbero passare alla Regione su base volontaria. I programmi e gli ordinamenti restano invece allo Stato”. In ogni caso– ha precisato Bussetti – “i livelli delle prestazioni di servizio devono essere garantiti ovunque allo stesso modo. E prenderemo decisioni condivise”.

Immediato, però, è arrivato lo stop del Movimento 5 Stelle attraverso una dichiarazione postata su Facebook dal deputato Luigi Gallo, Presidente della Commissione Cultura della Camera, che ha seccamente fatto presente, in primo luogo, che “L’autonomia differenziata e la regionalizzazione di professori e presidi non è nel Contratto di Governo”, e che comunque “L’unitarietà della scuola va preservata a livello nazionalePerciò“si deve lavorare per potenziare le regioni e i territori più in difficoltà e colmare così divari e non adottare modelli che creano scuole di serie A e scuole di serie B.

Cosa dice il Contratto di Governo a riguardo? Parlando di revisione del sistema di reclutamento dei docenti, afferma che “saranno introdotti nuovi strumenti che tengano conto del legame dei docenti con il loro territorio, affrontando all’origine il problema dei trasferimenti (ormai a livelli record), che non consentono un’adeguata continuità didattica”.

Anche i sindacati della scuola hanno reagito negativamente alla sortita del ministro, come vediamo nella notizia successiva.


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