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I sindacati sfidano il governo sulla scuola che si svuota

Oggi tavolo al ministero. La Cgil: “Investire contro lo spopolamento”.

08/04/2019
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La Stampa

Oggi si apre il tavolo tra ministero e sindacati su problemi e prospettive della scuola, mentre il vicepremier Matteo Salvini rilancia l’autonomia, il cui effetto economico sull’istruzione sarebbe, secondo i rappresentanti degli insegnanti, quello di favorire le Regioni più ricche soprattutto nella copertura economica delle sezioni e delle cattedre.
«I cambiamenti della società sono una sfida. Con la collaborazione delle forze politiche e sociali possiamo governare le dinamiche demografiche, riuscendo a offrire più scuola ai nostri ragazzi. Di questo parleremo nell’incontro con i sindacati al Miur Social», scrive su Facebook Marco Bussetti, ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, in merito all’incidenza delle dinamiche demografiche sulla scuola che, dalle tabelle delle iscrizioni scolastiche riportate ieri da La Stampa, rischia di avere 70 mila studenti in meno.

I sindacati sono da tempo ai ferri corti con l’esecutivo sul rinnovo del contratto, sul precariato e appunto sul tema dell’autonomia differenziata a cui tutti i sindacati del mondo della scuola guardano con preoccupazione. Giovedì, dopo settimane di mobilitazioni che li hanno visti impegnati da Nord a Sud, Cgil, Cisl, Uil, Gilda e Snals, al termine di un incontro al ministero del Lavoro, hanno proclamato lo sciopero generale per il 17 maggio. Oggi, a richiamare l’attenzione del governo sullo svuotamento delle classi sarà in modo particolare Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil. «La prima cosa che il governo dovrebbe fare è quella di prevedere investimenti pubblici proprio in quelle zone dove aumenta il calo demografico», dichiara Sinopoli.
E aggiunge:«Di fatto, le scelte che finora hanno caratterizzato le politiche di questi anni hanno assecondato lo spopolamento di interi territori del Paese».

Secondo Sinopoli, se si collegano gli organici della scuola al numero degli alunni nei luoghi dove è più forte il fenomeno della migrazione interna (quindi riducendoli), si rischia di attivare una spirale contraria, un incentivo ulteriore ad andare via, a migrare. Al contrario, «serve una politica di investimenti e degli organici anticiclica, mirata proprio al Mezzogiorno e alle aree interne del Paese, dove più forte si avverte la crisi da spopolamento». Nello stesso tempo, il leader dei lavoratori della scuola della Cgil, segnala «un problema che riguarda i flussi migratori, e il rapporto che questo governo ha con essi». Per i sindacati il declino demografico è una questione nazionale, che deve essere affrontata almeno su tre punti: «Accogliendo i migranti, favorendone la regolarizzazione, adottando politiche per l’occupazione femminile e superando la precarizzazione del lavoro, non solo nella scuola, per favorire le nascite». Si tratta di interventi di lungo periodo, perciò Sinopoli sollecita «politiche contrarie a quelle elaborate da questo governo, a cominciare dal processo di autonomia differenziata, che invece va fermato, e subito, proprio perché favorisce pesantemente e negativamente ancora di più lo spopolamento di intere aree del Paese, e dunque il fenomeno della denatalità». GIA.GAL.


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