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I presidi: autocertificazione per l'inizio della scuola Trasporti, sale la capienza

L'ennesima riunione della Conferenza Stato-regioni, prevista per questa sera, non può che chiudere l'accordo sulle linee guida che permetteranno agli studenti di tornare in classe in sicurezza

31/08/2020
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Il Messaggero

ROMA Sulla riapertura delle scuole si giocano la faccia un po' tutti e non solo il governo che annaspa con una ministra sotto il fuoco delle critiche. E' per questo che l'ennesima riunione della Conferenza Stato-regioni, prevista per questa sera, non può che chiudere l'accordo sulle linee guida che permetteranno agli studenti di tornare in classe in sicurezza.
LA CLESSIDRAIl tassello mancante è quello sui trasporti. Bus e treni tra due settimane saranno presi di nuovo d'assalto da studenti e genitori che poco prima del fischio della campanella dovrebbero essere ai cancelli degli istituti. L'ultimo braccio di ferro tra governo e presidenti di regione riguarda la capienza massima dei mezzi pubblici. Le indicazioni degli scienziati arrivano al 75% della capienza, le regioni chiedono l'80% e di poter salire sino alla capienza massima per tragitto sotto i quindici minuti. Inoltre chiedono una copertura dei fondi per l'aumento delle linee necessarie per sopperire al restante 20%.
«Nelle prossime ore come Conferenza delle Regioni otterremo dall'esecutivo di poter portare all'80% la capienza sui mezzi pubblici». Il presidente della Liguria Giovanni Toti ne è sicuro e lo annuncia sui social. Il tempo per organizzarsi è talmente poco che governo e regioni hanno voglia di chiudere in fretta la faccenda in modo da dare qualche certezza alle famiglie dopo sei mesi di chiusura delle scuole. Alle quattro di oggi pomeriggio Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle regioni ha convocato la riunione con i suoi colleghi che poi si allargherà in videoconferenza unificata ai ministri Francesco Boccia, Lucia Azzolina, Paola De Micheli e Roberto Speranza. All'ordine del giorno l'approvazione del parere sulle «linee guida per l'informazione agli utenti e le modalità organizzative per il contenimento della diffusione del Covid-19 in materia di trasporto pubblico». Mentre il governo lavora e assicura che la scuola riaprirà regolarmente il 14 settembre, si allunga l'elenco delle regioni che slittano in avanti la riapertura e la lista dei presidi che intendono continuare nella didattica a distanza in attesa dei banchi monoposto. Sardegna, Calabria, Basilicata, Puglia e Abruzzo hanno infatti fatto slittare al 24 settembre l'avvio del nuovo anno scolastico, ovvero dopo il referendum costituzionale. Senza contare che sul piede di guerra sono, oltre ai presidi, gli insegnanti con i corsi di recupero che dovrebbero partire domani per le scuole che non li hanno fatti a luglio. Una ripartenza che si annuncia ancor più nel caos viste le cattedre ancora scoperte e gli insegnanti di sostegno che non si trovano.
Nel frattempo è l'Associazione Nazionale dei Presidi a suggerire l'autocertificazione e di sottoporre gli studenti a test sierologici anche se su base volontaria. A proporlo è Antonello Giannelli, presidente dell'Anp: «Sarebbe una buona idea quella di far sottoscrivere - in vista dell'inizio dell'anno scolastico- delle autocertificazioni ai genitori, per i ragazzi minorenni, come quelle già distribuite negli aeroporti. Ed è in linea con tutte le precauzioni prese a livello nazionale». E aggiunge: «Siamo favorevoli allo screening degli studenti. Credo però che non ci siano sufficienti risorse per effettuarli a tappeto, considerando che sono 8,5 milioni». In buona sostanza i presidi cercano forme di autotutela scaricando sulle famiglie la firma di un modulo che dovrebbe garantire che il ragazzo non è stato in paesi a rischio, non è a contatto con persone risultate positive e che magari non frequenta luoghi o persone che non seguono le dovute cautele.
Il conto alla rovescia è comunque iniziato, ma le incognite sono ancora molte. I banchi monoposto devono ancora arrivare e l'immissione in ruolo di quasi 85 mila docenti procede con il solito caos che si aggiunge a quello derivante dalla pandemia. Il risultato - che finirà sulle spalle delle famiglie - sarà un procedere sparso non solo tra regioni, ma anche tra scuole con la solita girandola di docenti e supplenti, orari ridotti e le regole sul distanziamento che renderanno la mobilità ancor più complicata specie nelle grandi città.
Marco Conti


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