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“I precari della scuola sono di serie B”

La denuncia dei sindacati: la riforma Madia assume dopo tre anni, i supplenti invece saranno licenziati se entro il 2019 non avranno l’immissione in ruolo. “Una disparità che va corretta, intervenga il governo”

16/02/2017
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la Repubblica

Salvo Intravaia

Due pesi e due misure o, se preferite, precari di serie A e precari di serie B. Secondo il piano Madia, per eliminare in tempi ristretti il precariato della Pubblica amministrazione basteranno tre anni di lavoro a tempo determinato anche non continuativo (e avere superato un pubblico concorso) per accedere ad una procedura che riserverà la metà dei posti disponibili al personale interno con contratti di lavoro flessibile: i precari, appunto. Gli stessi anni, tre, che basteranno ad un supplente della scuola per essere licenziato, anziché essere assunto, se entro il 2018/2019 non arriverà l’immissione in ruolo.

I sindacati della scuola sono critici e sottolineano senza mezzi termini la disparità che si andrebbe a determinare se la riforma del reclutamento negli uffici statali, disegnata da Madia, andasse in porto.36 mesi” previsti dalla Buona scuola. «Occorre disinnescare la bomba ad orologeria dei 36 mesi prima che sia troppo tardi”, insiste Pino Turi della Uil scuola che propone anche una via d’uscita: «È possibile — spiega — correggere questo errore nella delega in discussione in Parlamento sulla formazione inziale. Ma lo faranno?», si domanda. Perché la riforma del governo Renzi, la Buona scuola, al comma 131 prevede che “a decorrere dal primo settembre 2016 i contratti a tempo determinato” del personale scolastico non potranno superare “la durata complessiva di trentasei mesi”. Una norma che fa a pugni con l’intenzione della ministra Madia di aprire una via riservata ai precari degli uffici pubblici. Per Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil si tratta di «una disparità oggettiva che va corretta». Anche Lena Gissi, a capo della Cisl scuola, vede all’orizzonte un intervento riparatore dell’esecutivo. Un ripensamento della ministra Valeria Fedeli. E spiega: «Il piano Madia vale anche per la scuola ad esclusione del reclutamento. Sarà quindi necessario armonizzare tutto il pubblico impiego — continua — con una norma salva-scuola altrimenti la Corte di giustizia europea ci penalizzerebbe. La disparità è collegata a due forme diverse di precariato. La nostra idea è che si debba mettere a sistema la scuola». Nel 2015/2016 un piano straordinario di assunzioni c’è già stato e sono stati assunti 87mila docenti, con l’obiettivo di eliminare il precariato. Ma senza riuscirvi. L’anno scorso furono oltre 100mila i docenti a tempo determinato, alcuni senza abilitazione, nominati per mandare avanti la scuola pubblica. E quest’anno non dovrebbero essere meno di 70mila. Ma Marco Paolo Nigi, dello Snals, è piuttosto scettico. «Non mi convince molto il piano Madia. Perché — argomenta — prima di avviare un piano di assunzioni occorre togliere il blocco del turn over. I posti liberi si creano con i pensionamenti, ma se resta il blocco del turn-over dove troverà i posti Madia?». C’è poi il nodo delle migliaia di supplenti non abilitati che continuano a lavorare per carenza di colleghi nelle liste provinciali. I quali tra poco più di due anni verranno licenziati se non si riuscirà a trovare una soluzione. Una la suggerisce Turi. «Per i tanti supplenti di lungo corso senza abilitazione è possibile prevedere una procedura riservata per metterli nelle stesse condizioni di tutti gli altri».