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I numeri della giornata "Riaprire adesso un miracolo I certificati? Non garantiamo"

ALBERTO VILLANI Presidente dei pediatri : "Se si seguono le regole la classe un luogo sicuro"

14/09/2020
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La Stampa

flavia amabile

Roma

La scuola riapre perché è necessario ma si tratta dell'ennesimo «miracolo italiano», spiega Alberto Villani, presidente nazionale della Società italiana di pediatria, responsabile del reparto di pediatria generale e di Malattie Infettive dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma e componente del Comitato tecnico scientifico (Cts)

Però gli italiani sarebbero anche stanchi di dover sperare nei miracoli per far funzionare la scuola.

«Ma la realtà è questa: se fino all'anno scorso le scuole si aprivano con mille problemi, quest'anno ce ne sono duemila. È il risultato di anni e anni di disinteresse per i bambini e le scuole. I dirigenti scolastici stanno facendo il possibile per sistemare il sistemabile e io provo ammirazione nei loro confronti».

È stato giusto riaprire?

«Andava fatto, era necessario. Anche se ci sono problemi, nel giro di qualche settimana si arriverà a una situazione di normalità e potranno rimanere aperte se tutti faranno la loro parte. E, quando dico tutti,

intendo proprio tutti» .

Si riapre ma all'inizio non in tutte le scuole ci saranno le mascherine promesse dal governo. Che cosa consiglia?

«In assenza di mascherine è opportuno che ognuno ne abbia comunque una per garantire la protezione delle vie aeree. Meglio avere una mascherina di comunità che non averne proprio».

In alcune scuole non ci sono ancora i banchi e si farà lezione con le finestre aperte. Quanto si potrà andare avanti così?

«Le finestre aperte permettono il ricambio d'aria, rappresentano un'alternativa alla mascherina. Il distanziamento e l'areazione consentono di far calare di molto il rischio di contrarre il virus».

Ma fra un mese in molte regioni farà troppo freddo per avere le finestre aperte tutto il giorno.

«È auspicabile che in questo mese si ponga rimedio a ciò che non è allineato nel campo della sanità, e ho fiducia che questo avverrà. A marzo neanche il medico più ottimista avrebbe sperato in poche settimane a avere una situazione gestibile negli ospedali, invece poi il sistema è entrato a regime. Lo stesso avverrà nella scuola».

Quindi i genitori possono essere tranquilli anche se i figli dovranno restare al chiuso in un'aula per ore?

«La scuola è un posto dove sono state stabilite regole precise: se saranno rispettate è il luogo più sicuro che ci possa essere, molto più di tanti bar o ristoranti, per la cura, il controllo e il senso di responsabilità di chi la frequenterà. Sarà anche una grande occasione educativa per studenti e genitori. Rispettare le regole

è una necessità: su questo i ragazzi vanno formati.

Ai genitori spetterà il compito di misurare la temperatura. Che ne pensa?

«Finora chi ha misurato la temperatura ai figli che escono di casa? I genitori. E i genitori continueranno a farlo. Possiamo pensare che li manderanno in giro sui mezzi pubblici o nelle aule con la febbre? Sarebbe di un'irrazionalità pazzesca».

Se non dovessero farlo?

«I genitori hanno la responsabilità sanitaria dei figli: se alcuni si sottraggono impareranno a farlo. Non mi sembra il caso di iniziare a prevedere deleghe di responsabilità verso altri».

Dopo essere usciti di casa ragazze e ragazzi dovranno affrontare i mezzi pubblici.

«Sappiamo non da oggi che, tranne che in rarissimi casi, i mezzi pubblici italiani sono in uno stato vergognoso. Il consiglio è di rispettare le regole, speriamo che l'epidemia permetta di capire che tutto quello che riguarda la scuola è una priorità».

Crede che sia possibile?

«Temo che andrà a finire come è accaduto per medici e infermieri: dopo i momenti in cui venivano definiti eroi, ci si è dimenticati di loro. E quindi che anche di scuola presto non si parlerà più».

In quanto pediatri vi aspetta un lavoro enorme. Come pensate di gestirlo?

«Stiamo cercando di lavorare su una tipologia di certificazione che permetta di certificare lo stato degli studenti ma deve essere chiaro che si tratterà di una fotografia che rappresenterà la situazione esistente, rilevando quindi che non ci sono segni di contagio in atto ma non potremo escludere che possa apparire in seguito». —


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