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I giovani cervelli italiani al top nella Ue, ma l’Italia perde i fondi

Se siamo terzi nella classifica per nazionalità dei vincitori siamo soltanto ottavi come Paese che ospiterà i ricercatori. Il che vuol dire che buona parte dei nostri cervelli spenderà i fondi in altri Paesi, mentre pochissimi dall’estero scelgono l’Italia.

04/09/2019
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Il Secolo XIX

MArzio BArtoloni

Il nostro Paese è solo ottavo ospitando 18 progetti in tutto. al top ci sono la Germania (73 progetti), l’Inghilterra che si conferma anche alla vigilia della Brexit tra i Paesi più attrattivi per la scienza (64) e l’Olanda (53)

I giovani ricercatori italiani si confermano tra i migliori in Europa. Dopo i tedeschi e quasi appaiati ai francesi vincono più degli altri i preziosi fondi della Ue - ben 621 milioni per oltre 400 giovani cervelli - con i loro progetti. Un successo, però, solo a metà. Perché se siamo terzi nella classifica per nazionalità dei vincitori siamo soltanto ottavi come Paese che ospiterà i ricercatori. Il che vuol dire che buona parte dei nostri cervelli spenderà i fondi in altri Paesi, mentre pochissimi dall’estero scelgono l’Italia.

Le performance per nazionalità dei ricercatori ci restituiscono la fotografia di un Paese, il nostro, che può contare su ricercatori molto competitivi: gli italiani sono terzi in Europa con 37 progetti vinti, subito dietro i francesi (38) e dopo i tedeschi (72). Ma se poi si scorre la classifica dei Paesi che ospiteranno i ricercatori europei per svolgere le loro ricerche - ogni vincitore può scegliere una struttura in Europa - arriva la cattiva notizia che conferma la bassa attrattività, con importanti eccezioni, delle nostre università e centri di ricerca. In questa classifica l’Italia è solo ottava ospitando 18 progetti in tutto. al top ci sono la Germania (73 progetti), l’Inghilterra che si conferma anche alla vigilia della Brexit tra i Paesi più attrattivi per la scienza (64 progetti) e l’Olanda (53). Davanti a noi anche la Spagna (20 progetti) e la piccola Svizzera (31) oltre a Francia (41) e Israele (34) che partecipa al programma Ue.

L'obiettivo del finanziamento, l'Erc Starting Grant assegnato ieri dal Consiglio europeo della ricerca, è permettere a 408 giovani ricercatori all’inizio della loro ricerca di realizzare le loro ricerche pionieristiche con borse che si aggirano anche oltre il milione di euro. Tra i progetti che saranno realizzati in Italia che si sono aggiudicati una quota dei fondi Erc ce ne sono ben quattro dell'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) proposti da Francesco Di Stasio, rientrato dalla Spagna per sviluppare componenti per i computer del futuro, dalla tedesca Ilka Kriegel, che lavora a un nuovo materiale per rendere più efficiente l'accumulo di energia solare, dall'iraniano Arash Ajoudani, che studia le interazioni tra uomo e robot nelle fabbriche, e da Velia Siciliano, dell'Iit di Napoli, che cerca di rendere più efficiente l'immunoterapia contro i tumori. Studia le cellule immunitarie anche Giulia Pasqual, dell'università di Padova, al lavoro su nuove terapie contro tumori e malattie infiammatorie e autoimmunitarie, mentre Jean Michel Cioni dell’Irccs San Raffaele di Milano cerca nelle cellule nervose la chiave per combattere le malattie neurodegenerative. Le tecnologie per ridurre il carbonio nelle fonti di energia sono l'obiettivo delle ricerche di Elena Verdolini, che lavora nel Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici.