"HumanTechnopole sì al nuovo progetto ma ascoltate la scienza”
La biologa e senatrice a vita Elena Cattaneo: “Il decreto sul polo nell’area Expo è un cambio di rotta, le critiche non erano immotivate”
IL NUOVO decreto ministeriale relativo al progetto Human Technopole (HT) di Milano segna l’atteso cambio di rotta. Il governo e il ministro Martina hanno ascoltato, analizzato e infine compreso che le critiche non erano immotivate. La principale novità è che la gestione del futuro polo tecnologico — a valle di un approfondimento parlamentare — spetterà a un ente terzo, autonomo e trasparente, da istituire con la prossima legge di stabilità.Un ente che dovrà ampliare e rendere libera da qualsivoglia interesse la visione progettuale del polo IDENTIFICANDO, sopra o sotto l’equatore e con bandi internazionali, quei soggetti, studiosi ed enti che ne faranno parte. Il nuovo ente dovrà avere un alto tasso di rinnovamento della sua governance (a partire dalla direzione), gestire in modo cristallino movimenti finanziari, infrastrutture e piattaforme scientifiche. Se avrà il privilegio di ingenti fondi pubblici annuali garantiti, dovranno essere erogati in funzione della spesa effettiva, scongiurando ogni possibilità di insensato accantonamento. All’interno del polo si dovrà rendere competitiva la distribuzione dei fondi, in modo da limitare qualsivoglia baronia o arbitrio decisionale e gestionale, e annullare il rischio di creare sudditanze interne ed esterne che tali fondi potrebbero favorire. Bisognerà, inoltre, scongiurare che l’ente possa trasformarsi in un’agenzia che “ri-eroga” fondi pubblici a terzi al fine di ottenere il “marchio” HT su idee e scoperte di altri che ricercano, con fatica, senza fondi garantiti. Con la nuova rotta, il “vecchio e monocratico HT”, nato già approvato e calato dal governo su un sistema della ricerca pubblica fragile e privo di risorse, che tanti danni ha già fatto nel “corrompere” metodo e regole internazionali con ipotesi di assegnazioni discrezionali, improvvisazione politica, “phone calls”, inclusioni arbitrarie, verrebbe definitivamente archiviato. Lo stesso si può dire del tentativo di imbastire una posticcia “patente di competitività” attraverso una sola valutazione senza alcuna comparazione, ad esclusivo beneficio dell’opinione pubblica. Chi fa scienza sa bene che non c’è nessuna innovazione nel declamare come obiettivi la genomica o le neuroscienze, perché di enti che se ne occupano (con efficacia) è pieno il mondo (in Italia ve ne sono di eccellenti). La differenza la faranno coloro che, una volta coinvolti, oltre alla serietà, al realismo e all’etica professionale, su questi obiettivi sapranno disegnare nuove strade, formare giovani e competenze. Per identificare il migliore “disegno scientifico” per il nuovo HT bisogna aprirsi al mondo. Ecco perché serve competizione per ciascun mattone dell’edificio. A partire dalle fondamenta. Non a caso anche Arexpo, società a controllo pubblico proprietaria dell’intera area, per individuare l’advisor per la pianificazione urbanistica farà una gara internazionale. La circostanza che non desti scandalo l’idea che per realizzare un buon “progetto scientifico” non siano state previste da subito modalità competitive e anticorruzione ritenute indispensabili per un buon “progetto urbanistico” è indicativa dello scollamento tra scienza e politica.
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