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Governo, sarà Davide Faraone a fare il viceministro al posto di Roberto Reggi

Il nome del nuovo sottosegretario all’Istruzione verrà reso noto entro poche ore ma viene dato per certo il deputato siciliano, che ha lasciato l’incarico di responsabile Scuola Pd proprio per ricoprire un ruolo nel Governo. E siccome è uno dei ‘delfini’ del premier, che tiene tanto all’istruzione… Per Faraone, però, si prospetta un duro impegno: il rischio è che assieme a Renzi sottovaluti i sindacati.

29/10/2014
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La Tecnica della Scuola

Alessandro Giuliani

Entro quarantottore sapremo chi prenderà il posto di Roberto Reggi come sottosegretario all’Istruzione: con ogni probabilità si tratta di Davide Faraone, che da qualche settimana ha ceduto il posto di responsabile Scuola del Pd a Francesca Puglisi. Proprio per ricoprire un incarico di Governo, si era detto: incarico che, salvo sorprese dell’ultimo momento, si materializzerà tra mercoledì 29 e giovedì 30 ottobre. Come, del resto, preannunciato dalla Tecnica della Scuola già a metà settembre.

Anche le parole di Faraone, rilasciate nel corso della Leopolda di Firenze, confermano che toccherà a lui prendersi il posto di una due poltrone rimaste vuote nel sottogoverno (l’altro è all'Economia e al posto di Giovanni Legnini sembra che arrivi Fabio Melilli): “sul piano scuola del governo Renzi – ha detto il renziano Faraone, sposando la linea di Reggi, un altro dei ‘delfini’ del premier -, si va avanti determinati perché su questo si gioca e si misura il grado e la qualità della proposta riformista di questo governo. Abbiamo una proposta di riforma che rivoluzionerà la scuola italiana, è una scuola che non ha funzionato negli ultimi anni”.

Per Faraone si prospetta un duro lavoro: diverse parti del piano "La Buona Scuola" sono sempre più osteggiate dai sindacati, ancora più indispettiti dai tagli inaspettati contenuti nella Legge di Stabilità. E anche le ultime parole del premier sui rappresentanti dei lavoratori ("se vogliono fare le leggi si facciano votare in parlamento") fanno presagire che la tensione sia destinata a salire. Soprattutto nel settore dell'Istruzione, dove tradizionalmente i sindacati sono forti. E senza il loro via libera, in passato è saltato più di un ministro. E messo in crisi diversi governi. Un "particolare" che forse andrebbe ricordato all'attuale premier e al suo entourage. 


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