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Gli irriducibili del precariato: «Boicotteremo anche i concorsi»

Sono i precari che non hanno presentato domanda di assunzione, e che sono stimati in circa 25 mila unità. Vogliono restare in graduatoria per evitare trasferimenti indesiderati e rivoluzioni in merito alla loro posizione e al loro ruolo di docente

21/08/2015
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Il Messaggero

 Il precariato come rifugio stabile: un paradosso tutto italiano. I docenti che rifiutano l'assunzione, senza se e senza ma, dopo essersi rifiutati di presentare la domanda di assunzione ora minacciano di boicottare anche il prossimo concorso in arrivo. È la scelta portata avanti da una parte dei precari iscritti nelle graduatorie ad esaurimento e potenzialmente in diritto di far parte del piano straordinario delle assunzioni.
Un diritto di cui fanno volentieri a meno, per cui non hanno inviato la domanda online entro la scadenza, che era stata fissata per il 14 agosto scorso. Ora la nuova frontiera della protesta è il concorso: rispedire al mittente i buoni propositi del governo che, presentando la riforma, aveva promesso di far sparire le graduatorie ad esaurimento dei supplenti.
IN GRADUATORIA PER SEMPRE
Secondo i piani, gli iscritti dovevano infatti essere tutti assorbiti nella scuola dal piano straordinario e, da quel momento in poi, le immissioni sarebbero state attuate tramite i concorsi in base alle reali necessità di docenti in cattedra.
Ma non sono tutti d'accordo e c'è chi è pronto a tenere in vita le graduatorie anche a colpi di ricorsi e referendum. Non per restare precario a vita ma per scongiurare nuovi stravolgimenti.
Sono i precari che non hanno presentato domanda di assunzione, e che sono stimati in circa 25 mila unità. Vogliono restare in graduatoria per evitare trasferimenti indesiderati e rivoluzioni in merito alla loro posizione e al loro ruolo di docente. Rifiutano di doversi spostare da una provincia all'altra e di dover poi rimettere tutto di nuovo in discussione ogni tre anni, facendo tremare la loro stabilità famigliare ed economica anche se precaria.
«IO PENSO ALLA FAMIGLIA»sarebbero state attuate tramite i concorsi in base alle reali necessità di docenti in cattedra.
Ma non sono tutti d'accordo e c'è chi è pronto a tenere in vita le graduatorie anche a colpi di ricorsi e referendum. Non per restare precario a vita ma per scongiurare nuovi stravolgimenti.
Sono i precari che non hanno presentato domanda di assunzione, e che sono stimati in circa 25 mila unità. Vogliono restare in graduatoria per evitare trasferimenti indesiderati e rivoluzioni in merito alla loro posizione e al loro ruolo di docente. Rifiutano di doversi spostare da una provincia all'altra e di dover poi rimettere tutto di nuovo in discussione ogni tre anni, facendo tremare la loro stabilità famigliare ed economica anche se precaria.
«IO PENSO ALLA FAMIGLIA»
«Paradossalmente il precariato delle graduatorie ad esaurimento è un’ancora di salvezza - spiega Giorgio Pignotti, leader del gruppo “Boicottaggio fase B e C della Buona Scuola” - è un rifugio sicuro di fronte a queste assunzioni affidate al caso. Al buio. Io, ad esempio, ho trentasei anni e insegno da cinque anni come supplente iscritto nella graduatoria di Ascoli Piceno per fotografia e grafica pubblicitaria, classe di concorso A07. Potrei essere trasferito ovunque, sul territorio nazionale. Peccato però che io, come tanti nella mia condizione, ho una famiglia a cui pensare: una compagna e un figlio a cui non voglio stravolgere l’esistenza».
Questi docenti ora andranno, forse, a coprire gli spezzoni che resteranno scoperti dalla fase B. In attesa del concorso, che secondo quanto annunciato dal ministro dell’istruzione Stefania Giannini verrà indetto entro il primo dicembre prossimo. Ma sul concorso incombe la stessa grande incognita che ha investito il piano di assunzioni. «Aspettiamo di conoscerne le modalità - assicurano i docenti del boicottaggio - se i posti messi a disposizione seguiranno le regole del piano straordinario di assunzione è evidente che boicotteremo anche il concorso: sarà solo l’ennesima trappola. In realtà non è una manovra per stabilizzare i precari: ci spingono infatti a rinunciare per le tante difficoltà a cui andremo incontro».
IL REFERENDUM
E allora, evitando l'assunzione così come è prevista dalla legge sulla Buona Scuola, non resta che boicottare la riforma in toto: e così sono già numerosi i gruppi che in tutta Italia stanno promuovendo un’azione referendaria per arrivare all’abolizione della legge 107.
I precari quindi restano in attesa che qualcosa cambi, prima di fare il grande passo verso la cattedra.
L.Loi.


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