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Giannini contestata, lascia la Festa dell’Unità

A Bologna protesta di studenti e precari contro la riforma della scuola, il ministro costretto al silenzio Flash mob in tutta Italia e un corteo a Roma. Renzi su Twitter: impedire di parlare è l’opposto di educare

25/04/2015
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Corriere della sera

DAL NOSTRO INVIATO BOLOGNA La «buona scuola» per ora è soprattutto bollente. Fucina di proposte (dal governo) e di proteste (da sindacati e piazze). Con uno sciopero all’orizzonte (il 5 maggio). Se n’è avuta conferma ieri a Bologna, alla Festa dell’Unità alla Montagnola dedicata al 70° della Resistenza. A farne le spese il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, che, invitata a un dibattito assieme alla responsabile scuola del Pd, Francesca Puglisi, non è riuscita praticamente ad aprire bocca, subissata dalle grida e dagli slogan, con tanto di sottofondo di pentole e posate, di una cinquantina di persone tra studenti, personale della scuola e precari dei Cobas.
Una contestazione («State smantellando la scuola pubblica, vergogna…») durata una ventina di minuti e a nulla sono valsi gli appelli alla moderazione degli organizzatori, compreso l’invito ai protestatari di salire sul palco. Nemmeno l’intervento delle forze dell’ordine, che hanno allontanato alcuni dei più esagitati, ha rasserenato la situazione, spingendo alla fine l’esponente di governo, visibilmente indispettito, ad abbandonare il tendone e ad annullare anche un altro dibattito a Casalecchio. «È un falso storico — ha commentato la Giannini, tra l’altro all’esordio a una Festa dell’Unità come iscritta al Pd — dire che non ci siamo confrontati con il mondo della scuola: io ho una cultura del rispetto, questa non è la scuola che conosco». E il sottosegretario Davide Faraone: «Quelli non erano insegnanti…». Un sospetto avallato anche da Puglisi: «Non penso fossero educatori, forse centri sociali. È stato un agguato in piena regola». E il segretario bolognese del Pd, Francesco Critelli, parla di «attacco antidemocratico». Brutto precedente per una Festa dell’Unità, da sempre luogo di confronto. Su chi fossero in realtà i contestatari, le opinioni divergono. Che vi fosse tensione è confermato dalla presenza nel pomeriggio in piazza XX Settembre di una cinquantina tra docenti e personale dei Cobas, intenzionati con pentole e fischietti «a far sentire la voce della scuola contro la riforma Renzi». Una contestazione che avrebbe però dovut o mantenersi a distanza dalla Giannini. Certo non gira bene per la Festa della Montagnola, new entry nel calendario delle iniziative dem: dopo le polemiche per il mancato invito della minoranza pd, ora il caso Giannini. Sul quale il premier ha dato vita, sui social, ad un duello a colpi di tweet con i suoi critici. «Impedire ad altri di parlare è l’opposto di educare» ha affermato, rispondendo poi così ad un’altra osservazione: «Se vuole entrare nel merito, l’ascoltiamo volentieri, se no buona contestazione».
Francesco Alberti
 


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