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Gazzettino_La Moratti deve scegliere

"La Moratti deve scegliere: cambi linea o si dimetta", sfida Stefano D'Errico, leader degli Unicobas. E spiega che "il successo dello sciopero nazionale della scuola pone grossi problemi all'esecutivo...

14/11/2001
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"La Moratti deve scegliere: cambi linea o si dimetta", sfida Stefano D'Errico, leader degli Unicobas. E spiega che "il successo dello sciopero nazionale della scuola pone grossi problemi all'esecutivo: la Moratti dovrà rimangiarsi tutto, non solo il pacchetto scuola della finanziaria". Dal sindacato, dunque, piena soddisfazione per le adesioni allo sciopero indetto da Gilda, Cgil e Cub scuola, che avrebbe visto la partecipazione del 40-50 per cento del personale, tra docenti, personale tecnico e amministrativo e insegnanti precari. Secondo il Ministero, invece, allo sciopero per l'intera giornata avrebbe aderito il 16,8 per cento del personale, mentre allo sciopero per la prima ora (indetto da Cisl e Uil) avrebbe partecipato solo il 3,44 per cento.

Insomma, la solita guerra delle cifre, che sempre segue una giornata di sciopero. Ieri, da Roma a Milano e Torino, i docenti sono scesi in piazza per "difendere la scuola pubblica", reclamare retribuzioni europee e maggiori investimenti e dire "no" alla Finanziaria 2002 per l'istruzione. A Roma, Cgil, Unicobas e Cub Scuola hanno organizzato un sit-in davanti al ministero dell'Istruzione, con la partecipazione di un migliaio tra docenti, precari, studenti. Un corteo di oltre 2.000 persone si è snodato anche attraverso le strade di Milano ed altrettanti, tra insegnanti e studenti, hanno manifestato a Torino, dove è stata annullata l' inaugurazione dell'anno accademico dell'Università, alla quale avrebbe dovuto partecipare il ministro Moratti. Restano però i distinguo tra i sindacati: Cisl e Uil hanno scioperato solo per un'ora contro il mancato recupero dell'inflazione, mentre le altre sigle hanno contestato l'intero impianto del programma Moratti per l' istruzione.

"Gli insegnanti fanno bene a battersi - sostiene l'ex ministro della Pubblica istruzione, Luigi Berlinguer - la proposta dell'Ulivo, non accettata dal governo, prevedeva due miliardi per gli aumenti contrattuali, una soluzione sopportabile anche con l'attuale bilancio". Al centro della protesta, la Finanziaria che, a detta dei sindacati, non contiene risorse aggiuntive per la scuola pubblica, mentre ci sono aperture fatte dal ministro Moratti alla scuola privata. E su questo punto si sono concentrati anche i numerosi slogan e cartelli alzati davanti al Ministero: "Svendo scuola pubblica", "Osteria numero uno, come la Moratti non c'è nessuno, per la scuola fatto strano, obbedisce al Vaticano". Enrico Panini (Cgil scuola) spiega che "non è affatto vero che in questa Finanziaria non ci saranno tagli, mancano risorse nuove e verranno soltanto reinvestiti i fondi delle economie della scuola. Chiediamo invece un piano pluriennale di investimenti per innalzare la spesa dell'istruzione almeno di un punto, dall'attuale 5 al 6 per cento del Pil, in modo da allinearci con gli altri Paesi europei". Sulla stessa linea anche gli altri sindacati, che lamentano salari da sopravvivenza per gli insegnanti e strutture fatiscenti per gli studenti. "Siamo di fronte ad un governo che ha dimostrato di voler sostenere la scuola privata lasciando la pubblica a se stessa - continua Panini - la categoria è arrabbiata e ha bisogno di risposte concrete, se non arriveranno andremo avanti con altre iniziative di lotta". Pieno appoggio allo sciopero arriva dai Verdi ("Solo da noi si diminuiscono gli investimenti per istruzione, università e ricerca", dice Mauro Romanelli) ed anche il Pri si dice contrario alla politica scolastica del governo: "La scuola è un'istituzione, non una azienda", spiega il documento repubblicano.

Barbara Schiavulli