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Formazione del personale docente, arrivano i fondi Ogni scuola potrà finanziare anche lezioni sulla valutazione

Le aree di intervento, le quote tra scuole polo e singole istituzioni. I corsi non saranno in presenza

01/12/2020
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Il Sole 24 Ore

Marco Nobilio

Ammontano a 32 milioni e 414 mila euro le risorse assegnate dal ministero dell'istruzione per finanziare le attività di formazione del personale. I percorsi formativi sono rivolti a tutti i docenti in servizio e saranno incentrati su tematiche di interesse nazionale e argomenti scelti direttamente dai collegi dei docenti. Per ciò che concerne le iniziative di formazione in servizio dei docenti a carattere nazionale, alle quali sarà destinato il 40% delle attività, gli uffici scolastici con il coinvolgimento delle scuole polo per la formazione dovranno realizzare percorsi formativi rivolti: a) alla didattica digitale integrata; b) all'educazione civica con particolare riguardo alla conoscenza della Costituzione e alla cultura della sostenibilità (si veda la legge 92/2019); c) alle discipline scientifico-tecnologiche (Stem); d) ai temi specifici di ciascun segmento scolastico relativi alle novità introdotte dalla recente normativa.

Inoltre, saranno organizzate azioni formative di sistema rivolte alla valutazione intermedia e finale degli apprendimenti degli alunni delle classi della scuola primaria. Che saranno a breve oggetto del passaggio dalla valutazione numerica alla valutazione descrittiva attraverso un'apposita ordinanza. Per ciò che riguarda invece le singole istituzioni scolastiche, le iniziative, che copriranno il 60% delle attività complessive, potranno essere programmate e realizzate per rispondere ai bisogni individuati nel corso dei processi di autovalutazione, piani di miglioramento e rendicontazione sociale.

Un ampio repertorio di temi e di possibili ambiti di riflessione sono contenuti nell'esito del confronto allegato al contratto sulla formazione del 19 novembre 2019. I fondi che saranno assegnati alle scuole polo per la formazione sono pari a 32.414.822 euro. E saranno suddivisi tra finanziamenti dedicati alle iniziative nazionali e finanziamenti da erogare alle singole istituzioni scolastiche per le iniziative locali. Il 50% dell'importo pari a euro 16.207.411, verrà erogato in acconto e il restante 50% sarà erogato successivamente alla rendicontazione delle scuole. Che dovrà essere presentata secondo le modalità che verranno definite con una successiva nota ministeriale entro il 30 gennaio 2021.

Le risorse saranno distribuite agli uffici scolastici regionali sulla base della consistenza degli organici del personale docente. A guidare la classifica delle regioni è, come sempre, la Lombardia, regione dove la popolazione docente è pari al 13,46% dell'organico nazionale, alla quale sono stati assegnati 4.362.126 euro. Segue la Campania, in cui i docenti in servizio sono pari al 13,01% del totale, alla quale andranno 4.217.033 euro. Terza la Sicilia, i cui docenti incidono sugli organici nell'ordine del 10,87% e che si vedrà assegnare 3.524.384 euro. Immediatamente fuori dalla zona podio il Lazio, con una dotazione organica del 9,25%, che riceverà 2.999.232 euro. Segue la Puglia (7,93%) che otterrà 2.570.078 euro. Al Veneto (6,96%) andranno 2.257.408 euro e all'Emilia Romagna (6,34%) 2.056.196 euro. Il Piemonte (6,30%) si aggiudicherà 2.043.656 euro e la Toscana (5,74%) 1.859.626 euro. La Calabria (4,46%) otterrà risorse pari a 1.445.289 euro, la Sardegna (2,92%) 947.412 euro e le Marche (2,75%) 891.794 euro. L'Abruzzo (2,53%) riceverà 818.892 euro, la Liguria (2,09%) 676.985 euro e il Friuli Venezia Giulia (1,89) 612.511 euro. L'Umbria (1,57%) otterrà risorse pari a 508.593 euro e la Basilicata (1,28%) 416.253 euro. Infine il Molise, dove lavora appena lo 0,64% del personale docente, otterrà un finanziamento di 207.354 euro.

Il ministero dell'istruzione ha ricordato che le iniziative di formazione non dovranno essere effettuate in presenza. I corsi dovranno essere svolti necessariamente a distanza anche in modalità asincrona. Resta aperta la questione dalla individuazione degli spazi temporali entro i quali collocare la formazione. Il comma 124, dell'articolo 1, della legge 107/2015, dispone che: «la formazione in servizio dei docenti di ruolo è obbligatoria, permanente e strutturale». Ma il contratto collettivo nazionale di lavoro, salvo un rinvio generale alla collocazione delle attività di formazione nelle attività funzionali all'insegnamento, nulla dice al riguardo. In ogni caso, la Sezione lavoro della Cassazione, con l'ordinanza 30907/2020, ha chiarito che l'attività di aggiornamento professionale rientra nel più lato concetto di attività di lavoro « spettando al datore di lavoro, laddove la contrattazione nulla disponga in merito, stabilire con quali modalità va organizzato il tempo di lavoro dedicato a tale adempimento».

Secondo la giurisprudenza di merito, peraltro, questo genere di attività va inquadrata nel monte delle 40 ore annuale destinato alle riunioni dei collegi dei docenti e, in caso di sforamento, le ore in più vanno pagate 17,50 euro per ogni unità oraria eccedente.

Tanto più che l'ordinamento vieta il lavoro gratuito sanzionando le rinunce con l'invalidità (si veda l'art. 2113 c.c.).


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