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Flc-cgil: il vulnus principale nelle Commissioni

Lettera aperta del sindacato al ministro Giannini sulle criticità del concorso

26/08/2016
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Tuttoscuola

La Cgil-scuola, di fronte all’elevata selezione di candidati nelle prove scritte - come reso noto da una ricerca di Tuttoscuola -, ha inviato una lettera aperta al ministro Giannini, chiedendo un suo intervento e puntando il dito, in particolare per le possibili cause delle bocciature, contro l’organizzazione delle commissioni esaminatrici.

Gentile Ministra Giannini, il concorso a cattedre bandito alcuni mesi orsono è ormai nel mirino della stampa ogni giorno – esordisce Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-cgil -, rischiando di ridurre a farsa quello che dovrebbe essere un evento importante per il Ministero dell’Istruzione e per tutti i cittadini che beneficiano della scuola pubblica.

Una prima domanda al ministro riguarda le numerose bocciature “Il numero delle bocciature alle prove scritte sta diventando talmente inquietante da occupare pagine intere di giornali nazionali: è possibile che non superi gli scritti un alto numero di docenti laureati con titoli universitari aggiuntivi, che hanno frequentato le scuole di abilitazione spesso nelle università in cui si sono laureati, che si sono specializzati nel sostegno, con anni di servizio alle spalle?

Dopo aver lamentato l’esclusione di un confronto con i sindacati prima dell’avvio delle procedure concorsuali, Pantaleo denuncia l’organizzazione delle commissioni di concorso: “Lo svolgimento del concorso come era presumibile sta avvenendo in un clima di approssimazione: commissioni inesistenti o messe in piedi all’ultimo momento, ritardi nella compilazione delle griglie di valutazione degli elaborati, prove non sempre coerenti con i programmi.

Il compenso previsto per le commissioni si è rivelato talmente ridicolo e irrispettoso, 50 centesimi ad elaborato, che lo stesso Governo ha dovuto decretare un parziale aumento che ad oggi non è ancora esigibile. Da qui le numerose defezioni dal ruolo di commissario con conseguente correzione degli elaborati da parte di commissari diversi, con una diversa impostazione. E tuttavia, ciò non è bastato per avere il numero necessario di commissari. Tutto ciò ha condotto alla boutade dei commissari scelti in base a comprovate esperienze. Insomma, pare che la filosofia prevalente dinanzi a questo scenario, per il MIUR, sia che in fondo chiunque potrebbe correggere i compiti, chiunque potrebbe interrogare, pur di chiudere le procedure del concorso. È questo il rispetto per la scuola pubblica?”

Il sindacalista prende le difese dei docenti e invita il ministro a scendere allo scoperto: “Per evitare che media, parlamentari e opinione pubblica continuino a lanciare strali scandalizzati sulla preparazione dei docenti, occorrerebbe che lei, signora ministro, abbia il coraggio di rispondere pubblicamente ai seguenti interrogativi, anche allo scopo di tutelare decine di migliaia di docenti:

-       è possibile che la fretta di voler licenziare il bando, abbia prodotto una confusione tale da impedire alle commissioni di poter lavorare con la dovuta competenza?

-       è possibile che le prove non siano state congruenti con i titoli di studio?

Nelle tante interviste che lei ha rilasciato in queste settimane e in questi giorni, ci saremmo attesi da parte sua anche un minimo cenno alle dinamiche concorsuali. Invece il suo silenzio è divenuto assordante indifferenza, dando così in pasto, come carne da macello, ai media, docenti spesso incolpevoli e ora oggetto di pubblica esecrazione. Era questo il suo obiettivo?

Pantaleo invita il ministro a uscire allo scoperto: “Glielo chiediamo Ministra Giannini, non soltanto per un astratto dovere di rappresentanza, ma perché siamo convinti che la vera Buona Scuola abbia bisogno di regole rigorose per un reclutamento serio.

Il Ministero dell’Istruzione non può scegliere di rimanere cieco e sordo di fronte all’ennesimo dramma provocato da scelte insensate, ha il dovere di intervenire per tutelare la dignità della scuola pubblica, sostenendo e difendendo la dignità e il futuro lavorativo di quanti hanno scelto di abilitarsi per insegnare nella scuola pubblica.

Gentile Ministra Giannini, il sindacato è abituato a costruire relazioni, guardando sempre avanti, nell’interesse generale e superiore della scuola pubblica, di chi vi lavora e di chi vi studia. Faccia in modo che vengano convocati i tavoli che abbiamo richiesto al Ministero, si appresti a varare un piano di assunzioni pluriennale per ridare a questo concorso la dignità che richiede e nello stesso tempo la speranza di un futuro lavorativo a chi nella scuola da anni lavora con competenza.”


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