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Fedeli, mano tesa ai dirigenti

Troppe molestie burocratiche, piano per contenerle

13/06/2017
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ItaliaOggi

Dopo lo stop alla riforma elettorale, e il naufragio dell'ipotesi di voto anticipato in autunno, prende quota il rinnovo del contratto del pubblico impiego e della scuola. A dispetto di risorse scarse che, dopo otto anni di blocco, dovranno essere rimpinguate per dare i famosi 80 euro di aumento medio, c'è tutto il capitolo normativo che potrebbe segnare una effettiva svolta rispetto ad anni di intervento legislativo. Domani la ministra dell'istruzione, Valeria Fedeli, e il sottosegretario, Vito De Filippo, apriranno il primo tavolo in vista dell'avvio ufficiale del negoziato. Avvio che dovrà avvenire presso l'Aran e dopo che l'atto di indirizzo, già predisposto dalla ministra della funzione pubblica, Marianna Madia, sarà stato approvato dal consiglio dei ministri. Intanto la Fedeli si è portata avanti con il lavoro. Anche perché proprio nel comparto della conoscenza, il contratto, che probabilmente richiederà un atto di indirizzo ad hoc, è quello in cui gli spazi per interventi normativi sono più ampi dopo la riforma della Buona scuola. Dai dirigenti ai docenti, dalla chiamata diretta al bonus per il merito, i settori di confronto-scontro sono disparati.

Ieri la Fedeli intanto ha teso la mano alla categoria dei presidi che, dopo essere stati annoverati tra i favoriti della riforma di Matteo Renzi, sono saliti sulle barricate per protestare contro carichi di lavoro eccessivi e stipendi bassi.

Nell'incontro l'amministrazione ha presentato un primo elenco di interventi possibili per eliminare le cosiddette molestie burocratiche: procedure inutilmente complicate, produzione e immissione di dati a ripetizione, eccesso di responsabilità. Sarà istituito un tavolo congiunto e saranno inviate delle ispezioni per verificare l'effettiva giornata delle segreterie. Alcuni correttivi saranno possibili proprio grazie al contratto della scuola, altri probabilmente potranno essere fatti per via amministrativa. Altri ancora richiederanno invece misure legislative.

Ecco il cahier de doleances ministeriale: al primo punto il conferimento automatico di delega al preside in rappresentanza dell'amministrazione nelle controversie giudiziarie: la gestione, propone il Miur, dovrebbe essere trasferita a livello di ufficio scolastico regionale. Discorso analogo per la sicurezza lavoro e relativi obblighi, anche formativi, che potrebbe essere ricentralizzata. Culpa in vigilando: si richiede un intervento organico per ridurre il contenzioso scuole-famiglie. Per supportare poi l'attività aministrativo-contabile, a viale Trastevere propongono di predisporre un vademecum on line per svolgere in modo standardizzato la maggior parte delle procedure.

Un lavoro di modernizzazione tutto amministrativo è quello necessario per sincronizzare le varie piattaforme del Miur che oggi non dialogano tra di loro, è l'ammissione di colpa dello stesso ministero, costringendo le segreterie ad inserire più volte gli stessi dati. Analogo discorso per i monitoraggi a cui le scuole sono sottoposte: spesso per scopi diversi, le rilevazioni utilizzano dati identici, la proposta è di giungere finalmente a una piattaforma unica da cui poi i soggetti interessati e autorizzati possano estrapolare le informazioni necessarie.

Nell'opera di semplificazione promessa ai presidi dalla Fedeli ricade anche la partecipazione delle scuole ai bandi di gara europei: l'assenza di pianificazione e di calendarizzazione, è la lamentela colta dai ministeriali, costringe gli istituti a corse affannose e spesso a dover rinunciare a progetti che potrebbero dare una boccata di ossigeno alle magre casse di istituto.

Quella che si delinea è un'autonomia supportata dall'amministrazione e liberata dagli orpelli. Un alleggerimento di decenni di stratificazioni normative e amministrative di cui solo in parte la Buona scuola si era fatta carico. E che ora la Fedeli mette in campo nel nome della normalizzazione, dei rapporti con i sindacati e con le categorie.


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