Eurostat, il triste record italiano: primi in Europa per Neet
In Italia più di un giovane su 4 non lavora né studia: 28,9% contro il 16,9% della media europea. Record negativo fra le donne: 34,2% di Neet
Il triste record italiano
L’Italia si conferma al primo posto in Europa per numero di giovani che non lavorano né studiano, i cosiddetti Neet. Più di un giovane su quattro (tra i 20 e i 34 anni) è fuori dal mercato del lavoro, e non perché nel frattempo stia proseguendo la propria formazione magari a livello universitario (in quello siamo anzi maglia nera: solo la Romania ha meno giovani laureati di noi). E’ fuori e basta. Disoccupato e inattivo (o se lavora, lavora in nero...). Una percentuale quasi doppia di quella media europea, dove i Neet sono uno su sei (il 16,9%): in tutto 15 milioni di giovani che sono a spasso. Lo rivela l’Eurostat, l’ente di statistica della Commissione Europea, nel suo ultimo report aggiornato a tutto il 2018.
La Grecia è migliorata più di noi
L’Italia è al primo posto con una percentuale del 28,9%, in flessione rispetto all’anno scorso (29,5%) ma comunque in cima alla non lusinghiera classifica. Mentre in fondo alla lista sta la Svezia con solo 8% di Neet, meno di un terzo di noi; in Germania i giovani «not in education, employment or training» sono l’11,4%, in Francia il 17,7%, in Spagna il 19,6%, in Grecia il 26,8%. Il confronto con la Grecia, cioè con il Paese che ha più sofferto della crisi del 2008 e che per uscirne ha subíto un durissimo commissariamento da parte della trojka europea, è particolarmente impietoso perché cinque anni fa, nel 2014, quando noi toccammo la cifra record del 32% di Neet, loro sfioravano il 35% (34,9%).
Lo svantaggio delle donne
L’Italia va anche peggio se si restringe la lente di osservazione alla popolazione femminile. Ovunque le donne sono più a rischio di restare tagliate fuori dalla vita lavorativa attiva, tant’è che la media europea dei Neet vedi i maschi al 12,2% e le femmine al 20,9%. L’Italia non fa eccezione, anzi. Da noi la percentuale di Neet fra le giovani donne è del 34,2% contro il 23,8% degli uomini. Ci sono Paesi dove va anche peggio, in proporzione: in Germania per esempio, dove pure la percentuale di giovani inattivi è molto più bassa, le donne Neet sono il doppio degli uomini (15,4% contro il 7,7%).
Peggio le trentenni delle ventenni
In generale lo svantaggio femminile aumenta con l’età, a dimostrazione che le politiche di welfare che dovrebbero aiutare le donne a conciliare lavoro e famiglia sono largamente insufficienti. Se si confrontano i 20-24enni europei con i 30-34enni, nei maschi si nota un netto miglioramento (dal 14 al 10,6%), nelle femmine invece un drammatico peggioramento (16% contro 24%). In Italia, in quel giro di boia in cui in genere ci si sposa e si fanno dei figli (per quanto pochi) la percentuale di Neet esplode: dal 27,8% al 38%.
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