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Allarme prof dopo la Brexit. A rischio 20 mila insegnanti europei

Lo scorso anno tra i professori che hanno ottenuto l'abilitazione uno su cinque arrivava da paesi dell'Unione. Molti inglesi lasciano e anche gli stranieri ora rischiano di non avere il visto per continuare il loro lavoro. Mancano i prof di matematica

11/01/2017
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Corriere della sera

Caterina Belloni

Nei prossimi mesi le scuole inglesi potrebbero ritrovarsi a corto di professori a causa della Brexit. A segnalarlo sono i dati diffusi qualche giorno fa a livello nazionale, che sottolineano come il numero dei cittadini europei che si sono qualificati per insegnare nel Regno Unito sia raddoppiato dal 2010 ad oggi. Di fronte all’allarme degli anni scorsi per il numero insufficiente di professori e maestri, molti europei immigrati con un’educazione universitaria o superiore avevano deciso di prendere la palla al balzo e avevano seguito corsi e master per poter insegnare nel Regno Unito. Nel giro di poco sono diventati parte del corpo docente e adesso, se il governo deciderà di scegliere la linea di una Brexit severa e rigida, potrebbero essere costretti a lasciare la loro occupazione. Precipitando molti istituti in una situazione di difficoltà. 

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Nel 2016, cinquemila stranieri diventati insegnanti

Secondo il ministero dell’istruzione lo scorso anno si sono qualificati come docenti per la Gran Bretagna circa cinquemila cittadini europei, con un trend in crescita che partiva dai duemila del 2010. Facendo una proporzione, ormai un nuovo insegnante ogni cinque arriva dall’Unione Europea, con un reclutamento che dal 2010 ad oggi ha interessato poco meno di ventimila persone. Cui vanno aggiunte le migliaia di teacher assistant, o insegnanti ausiliari, che hanno un ruolo meno impegnativo in termini di didattica, ma sono fondamentali tanto alle elementari quanto alle superiori per seguire gli alunni con bisogni speciali e problemi comportamentali. I non britannici che svolgono questa mansione sono tantissimi, anche perché serve una preparazione più rapida e basilare.

La fuga è anche degli inglesi

Sul versante opposto, il numero degli insegnanti britannici che si sono dimessi in anticipo, in qualche caso senza nemmeno concludere il primo triennio di lavoro, è in aumento. Per non parlare dei circa 50 mila docenti che lo scorso anno sono andati in pensione prima dell’età consigliata, raggiungendo un record di abbandoni mai toccato negli ultimi dieci anni. E’ come se gli inglesi sfuggissero dalla professione e gli europei servissero per tappare le falle lasciate nella maglia del sistema educativo. Le materie in cui si registrano i maggiori problemi, peraltro, non sono secondarie ma fondamentali, dalla matematica alla fisica, dall’economia al design all’informatica. 

Grecia, Spagna e Polonia, i paesi «fornitori» di insegnanti

Secondo l’indagine ministeriale, i Paesi europei che forniscono più docenti alla scuola britannica sono la Grecia, la Spagna, la Polonia e la Romania. Nazioni che vantano una certa tradizione in termini di cultura e formazione e che, stante la loro situazione economica non florida, sono inclini ad esportare cervelli se vengono accolti positivamente. La mancanza di insegnanti, peraltro, sta scatenando polemiche anche a livello politico, con l’opposizione che accusa la maggioranza di non essere in grado di formare abbastanza docenti in patria e di non sapere incentivare i giovani ad intraprendere una carriera che ha un ruolo sociale così importante.


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